REGGIO EMILIA – Quelle misurate in questi giorni sono temperature sopra alla media. E sono destinate ad aumentare, con un picco di 33° C previsto nel fine settimana. Una situazione, vista l’assenza di piogge all’orizzonte, che preoccupa e non poco il mondo dell’agricoltura.
“Tutta la zona della montagna, della collina, che non beneficia dell’irrigazione da Po, se non piove, rischia danni gravi – le parole di Lorenzo Catellani, presidente Cia Agricoltori Italiani – Per la zona che beneficia dell’irrigazione da Po, siamo invece preoccupati perché il livello del fiume è molto basso, non sappiamo cosa succederà tra un mese”.
Temperature e valori estivi, per quanto riguarda le portate del Grande Fiume. A Ferragosto 2021, il livello era più alto di quello attuale. Si è in pratica esaurita l’onda di deflussi legata alle piogge di inizio maggio che, assieme all’acqua caduta in aprile, avevano dato respiro a una situazione da magra storica. “Abbiamo avuto 110 giorni di assenza di precipitazioni nel bacino idrografico del Po. Avremo tre mesi di estate molto in salita, prevediamo grandi difficoltà”, ha aggiunto Catellani.
Secondo le previsioni, le correnti fresche arrivate da Est rappresentano una tregua rispetto a temperature che nel fine settimana dovrebbero toccare picchi di 33° C in pianura. Un’ondata di caldo dovuta all’anticiclone africano, che farà ulteriormente fondere la poca neve rimasta sulle Alpi. “In mancanza di piogge, inizierà un nuovo periodo di siccità in un periodo di idroesigenza più alto. Questo comporterà danni che cambiano da coltura a coltura”, ha evidenziato Catellani.
L’allarme riguarda le semine primaverili, gli ortaggi, la frutta e poi i cereali, una parte dei quali, assieme ai foraggi diventano alimento per le bovine necessarie al Parmigiano Reggiano.
Servizio Tg di Alessio Fontanesi
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