REGGIO EMILIA – Nell’arco degli ultimi dieci anni l’imposizione fiscale nel comune capoluogo ha subito cambiamenti importanti. Cambiamenti che hanno inciso non solo sul gettito complessivo, ma anche sulla distribuzione del carico fiscale tra i contribuenti. Le entrate tributarie del Comune di Reggio nel 2024 si sono attestate a circa 71 milioni.
La principale fonte di entrate è l’Imu, cioè l’imposta municipale che si paga per il possesso di fabbricati (esclusa la prima casa), di aree fabbricabili e di terreni agricoli. L’anno scorso il Comune ha incamerato 42,7 milioni di Imu. Confrontando questo dato con quello del 2014 (40,1 milioni), si può notare che, rispetto a dieci anni fa, il gettito è cresciuto del 6,5%.
Diversa l’evoluzione dell’addizionale comunale all’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Nel 2020 il Comune ha ritoccato verso l’alto le aliquote delle due fasce di reddito più basse, quelle fino a 28mila euro. Il gettito del 2024 è stato di 23,2 milioni, con un balzo dell’82% rispetto ai 12,7 milioni del 2014.
Dunque nell’arco di dieci anni l’imposizione fiscale si è in parte spostata dal versante patrimoniale a quello reddituale, con un effetto penalizzante per lavoratori dipendenti e pensionati. E’ degno di menzione anche il fatto che l’Imu è interessata da un significativo fenomeno di evasione: ogni anno il Comune recupera più 4 milioni di Imu non versata.
Da ultimo, è interessante dare uno sguardo all’evoluzione dei trasferimenti statali. Dopo aver toccato il minimo con 5 milioni di euro nel 2019 ed essere balzati a 21 milioni nel 2020 durante l’emergenza Covid, negli ultimi anni i trasferimenti da Roma si sono attestati a 14 milioni di euro.
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