REGGIO EMILIA – Reggio ha ospitato oggi la manifestazione dedicata al Giorno del Ricordo (che ricorre il 10 febbraio), per commemorare gli italiani d’Istria e Dalmazia vittime nelle foibe. Questa mattina in piazza della Vittoria diversi esponenti di tutte le forze politiche di centrodestra e non solo: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Alleanza Civica, Centro Studi Italia e associazione Pietro e Marianna Azzolini. E’ stato anche reso omaggio a Norma Cossetto, medaglia d’oro al valore civile.
In piazza anche Matteo Iori, presidente del consiglio comunale di Reggio, che ha sentito il bisogno di spiegare così la sua partecipazione: “Non è possibile equiparare l’antifascismo al fascismo, così come non è possibile equiparare lo sterminio di 6 milioni di persone, la maggior parte delle quali colpevoli solo di essere nate, con quello di centinaia di persone colpevoli di essere ritenute vicino ai fascisti. Sono paragoni che non hanno senso e bisogna stare attenti ai movimenti di revisionismo storico che vogliono far passare i fascisti come vittime, delegittimando in qualche modo la resistenza partigiana, alla quale dobbiamo la libertà, la democrazia, la Costituzione.
Per questo motivo concordo con le preoccupazioni di un possibile revisionismo storico. Ma al tempo stesso ritengo che sia stata opportuna la mia presenza alla “Giornata del Ricordo”. Sia opportuna la presenza di chi rappresenta le istituzioni all’unica cerimonia organizzata in città per ricordare tutte le vittime delle foibe ad opera per partigiani titini.
E ancora: “Per me partecipare significa essere visto come un ospite estraneo e non gradito da molti dei partecipanti e allo stesso tempo essere visto come una sorta di traditore da molti di quelli che invece non partecipano. Ma io ci sono e continuerò ad esserci, nella speranza che un domani possano essere le istituzioni locali a ricordare questa giornata, ad accoglierla nella memoria collettiva e a trattarla senza timori, perché credo che tutto ciò che fomenta contrapposizioni e assenza di dialogo si rifletta negativamente sull’agire politico e sulla vita democratica del Paese”.