REGGIO EMILIA – Il nuovo Piano di gestione dei rifiuti è stato approvato il 13 luglio scorso dal Consiglio regionale. Lo hanno votato le forze di maggioranza con l’eccezione di Europa Verde, che si è astenuta. Il Piano definisce politiche e obiettivi in materia di produzione, raccolta e smaltimento dei rifiuti da qui al 2027. Un documento definito poco coraggioso dalla rete dei Comuni Rifiuti zero e dalla Rete emergenza climatica, in particolare perchè prevede un aumento del 5% della produzione pro capite di rifiuti e punta soprattutto sull’incenerimento per il rifiuto residuo. Attualmente la nostra regione produce 3 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno. Circa 418mila arrivano dalla provincia di Reggio, che però ha il record di raccolta differenziata in Emilia-Romagna: oltre l’80%.
Dopo la separazione, i rifiuti residui reggiani – più o meno 80mila tonnellate all’anno – prendono strade diverse: la parte secca viene inviata all’inceneritore di Parma, quella umida all’impianto di biostabilizzazione di Carpi. Questa organizzazione è destinata a non cambiare nei prossimi 5 anni. Il Piano regionale prevede infatti che dal 2022 al 2027 circa 60mila tonnellatte di indifferenziato raccolto a Reggio siano trattate a Parma.
La novità principale, per la nostra provincia, sarà l’avvio dell’impianto Forsu che Iren sta realizzando a nord dell’A1 e che dovrebbe entrare in attvità entro la fine dell’anno. L’impianto riceverà ogni anno 100mila tonnellate di umido e 67mila di frazione verde raccolte nelle province di Reggio e Parma. Attualmente Reggio manda organico e verde per il trattamento a Carpi, Bergamo e Lodi. Nei flussi interprovinciali vanno conteggiate anche le 55mila tonnellate di carta e le 23mila di plastica raccolte in provincia di Reggio e riciclate nell’impianto inaugurato nell’aprile scorso a Parma.
Nuovo piano regionale rifiuti, cosa cambia per Reggio Emilia. VIDEO
27 luglio 2022Fino al 2027 circa 60mila tonnellatte di indifferenziato raccolto ogni anno a Reggio saranno trattate a Parma. Oltre Enza anche plastica e carta, mentre entro la fine dell’anno entrrerà in funzione l’impianto Forsu di Gavassa. Critiche al piano da alcune associazioni ambientaliste