REGGIO EMILIA – “Occorre un intervento immediato per fermare la diffusione della peste suina e tutelare un settore che è fondamentale per il nostro territorio”. Sulla questione che preoccupa gli allevatori interviene Coldiretti.
Matteo Franceschini, presidente provinciale: “C’è forte preoccupazione per la peste suina che sta avanzando dalla provincia di Parma, soprattutto per i 300mila capi allevati nella nostra provincia che sono fondamentali per la produzione del prosciutto di Parma. Questa problematica non è solo legata alla produzione diretta dei suini, ma anche a tutto l’indotto della lavorazione della carne che potrebbe avere una grande crisi dovuta a questa malattia”.
Franceschini è anche titolare di un’azienda zootecnica con allevamento di suini a Correggio. In provincia di Parma, i primi casi sono stati registrati all’inizio del 2024 e pochi giorni fa è stata rinvenuta una carcassa di cinghiale risultata positiva nel comune di Varano de’ Melegari. Questo ha comportato il blocco delle esportazioni verso Paesi come il Canada e il Giappone e per i prodotti meno stagionati anche verso gli Stati Uniti. “Questa malattia era difficile da prevenire, ma si poteva circoscrivere quando sono stati scoperti i primi casi senza farla avanzare nei nostri territori”, ha aggiunto il presidente.
Coldiretti ha lanciato un appello anche a livello regionale per un cambio di passo e per evitare di abbattere migliaia di maiali sani. La fauna selvatica è praticamente l’unico vettore di diffusione della peste suina. “E’ importante ora ridurre in modo significativo il numero di questi animali e mantenerli lontani dalle zone di produzione e trasformazione delle carni suine”.
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