REGGIO EMILIA – Una minaccia che rischia di ripercuotersi pesantemente sul settore suinicolo. Si tratta della peste suina africana. La presenza del virus è stata riscontrata su alcuni cinghiali in territori ai confini con l’Emilia. La Regione ha già adottato alcune misure.
A rischio c’è un’intera catena produttiva riguardante eccellenze alimentari quali prosciutto, culatello e svariati salumi. Cibi il cui export emiliano romagnolo, secondo una stima di Cia-Agricoltori, vale 800 milioni di euro. Il nemico da arginare e annientare si chiama peste suina africana. Dopo che in Piemonte e Liguria è emersa la presenza del virus in alcune carcasse di cinghiali, il ministero della Sanità ha preso provvedimenti. Lo stesso ha fatto l’Emilia-Romagna, sospendendo alcune forme di caccia al cinghiale nelle province di Piacenza e Parma.
Intensificate le attività di monitoraggio sulle carcasse di cinghiali. Il problema della sovrappopolazione di questo tipo di ungulato anche nel nostro territorio è da tempo oggetto di denuncia da parte del mondo agricolo. Il problema sanitario della peste suina riporta all’ordine del giorno la necessità di interventi di contenimento, dice Antenore Cervi, presidente provinciale di Cia.
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