REGGIO EMILIA – Tre assoluzioni e tre condanne. Ci sono voluti oltre 7 anni per arrivare alla sentenza del processo di primo grado di quello che le cronache battezzarono come il “pestaggio del Rondò”. Nel gennaio del 2015 n uomo ucraino di 46 anni fu aggredito e colpito con mazze di ferro, dopo un banale alterco, all’esterno del locale di Cavazzoli. Finì all’ospedale con una spalla rotta e lesioni gravi, per 43 giorni di prognosi complessivi.
Quando fece denuncia, mise nero su bianco sei nomi, tutti di cutresi. Il giudice Michela Caputo ha condannato a 3 anni e due mesi di reclusione i fratelli Alfredo, Emilio e Amedeo Amato. Per loro il pm Maria Rita Pantani ne aveva chiesti 5, come per gli assolti – per insufficienza di prove – Giuliano Floro Vito e Roberto Turrà. Solo per Roberto Martino la procura aveva chiesto una pena leggermente inferiore, 3 anni e mezzo, perché incensurato. Pure Martino è stato assolto.
Alfredo Amato, fratello di Francesco (quello del sequestro alle Poste di Pieve) è attualmente in carcere perché condannato in via definitiva a 17 anni nel processo Aemilia. Anche Turrà compare tra i condannati di Aemilia: per lui 9 gli anni di reclusione. (dav.b.)
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