REGGIO EMILIA – Sui fatti avvenuti lo scorso aprile nel carcere di Reggio, con l’inchiesta che vede coinvolti 10 agenti di polizia penitenziaria, interviene il Sappe, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria. “E’ un dovere tutelare l’immagine dell’istituzione penitenziaria e delle donne e degli uomini del corpo di polizia penitenziaria in servizio nelle carceri di Reggio”. Lo evidenzia il segretario generale Donato Capece, che esprime al tempo stesso piena fiducia nell’operato degli inquirenti.
“È inutile nascondere la grande amarezza che questo grave fatto ha determinato tra i colleghi di Reggio, della regione e della nazione tutta – conclude – ma il corpo di polizia penitenziaria è un’istituzione sana e non è un caso che, su mandato della procura, sia stata la stessa polizia penitenziaria a svolgere le indagini. È del tutto evidente che rendersi responsabili di comportamenti che sono non solo contrari alla nostra etica professionale, ma addirittura illegali, perché violano le norme penali, è assolutamente ingiustificabile, tanto più se a attuarli è chi svolge la delicata professione di poliziotto penitenziario”.














