REGGIO EMILIA – C’è chi esce dalla porta – per prendere un treno, per andare al lavoro o a scuola, per una commissione, per andarsene da una comunità – e non torna più. Dall’anno in cui in Italia è stata istituita l’apposita banca dati, il 1974, nella provincia reggiana ci sono state 1.475 denunce di scomparsa: 629 minori, 731 adulti, 115 anziani. 116 di queste persone, dato al 2017, sono come svanite nel nulla. Anche Sergio Incerti è svanito nel nulla. Oggi avrebbe 81 anni. Ha inforcato la sua bicicletta la mattina del 29 marzo 2019, è andato dal farmacista in via Gandhi, poi sarebbe dovuto andare dal medico, invece ha percorso alcuni chilometri, fino a via Della Repubblica a Cavriago, poi il buio.
“Quel giorno c’è stata come la tempesta perfetta”. Il figlio Luca, che è vigile del fuoco, e i famigliari hanno sporto denuncia subito, le ricerche sono durate a lungo, ma nulla. Nulla su Sergio vivo ma nemmeno nulla, ed è forse la cosa più assurda, su Sergio morto. Le ipotesi possono essere tante, dall’amnesia dell’anziano a un pirata della strada che non si è autodenunciato, ma sta di fatto che nemmeno il corpo dell’uomo è mai stato ritrovato. Paradossalmente, in questi casi le famiglie sperano che ci sia l’ombra di un reato, perché così gli inquirenti continuerebbero a indagare: “Anche una persona che può averlo urtato con la macchina – continua il figlio – ma i carabinieri dicono che nascondere un corpo è complicato… ogni tanto arriva qualche segnalazione di bicicletta, ma non ‘quella’ segnalazione. Ci si scontra con la privacy, anche le telecamere dopo qualche ora sovrascrivono”.
Da qualche anno è stata istituita la figura del Commissario straordinario per le persone scomparse. Recentemente sono state diramate nuove linee guida sull’organizzazione delle ricerche. I dati raccolti vengono incrociati con i Dna. Ad oggi sono 32 in Emilia-Romagna i corpi senza vita non identificati. Luca Incerti, ospite dell’ultima puntata de “Il Graffio” su Telereggio, ormai non chiede che quello, di trovare il corpo del padre. Ma anche per questo è fondamentale una cosa che secondo l’avvocato dell’associazione Penelope negli ultimi anni sta venendo meno: l’attenzione da parte delle persone e la voglia di segnalare. Penelope si occupa di dare supporto legale e psicologico alle famiglie degli scomparsi: “Molta gente non vuole entrare in queste cose, non vuole avere problemi, o magari non è sicura, ma pensate se succedesse a voi”, chiosa l’avvocato Barbara Iannuccelli, legale di Penelope Emilia Romagna.
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