REGGIO EMILIA – Avrebbero falsificato le analisi sui rifiuti sequestrati, nascondendo la presenza di amianto. Sono accusati di questo cinque dipendenti degli uffici reggiani dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, indagati nell’ambito di una indagine condotta dalla Procura di Reggio.
Il materiale che i tecnici di Arpae dovevano analizzare proveniva da un impianto messo sotto sequestro nel comune di Luzzara L’area è quella dove opera la Romitti Srl, con sede amministrativa a Valeggio sul Mincio in provincia di Verona: qui venivano trattati rifiuti da costruzione e demolizione. Al sito erano stati posti i sigilli nel dicembre 2022: le verifiche condotte dai carabinieri forestali avevano infatti portato all’individuazione di un totale di oltre 10mila metri cubi di materiale stoccato illecitamente all’interno dell’impianto, pari a circa 16mila tonnellate, ovvero l’equivalente del carico trasportabile da 400 bilici.
Il titolare della ditta era stato già allora denunciato per diversi reati tra cui la gestione illecita di rifiuti pericolosi. L’Arpae era stata così incaricata dagli inquirenti della procura di analizzare quel materiale alla ricerca di eventuale presenza di amianto. I risultati sarebbero, però, stati parzialmente occultati e la presenza si amianto non comunicata alla polizia giudiziaria. A scoprire il tutto ulteriori verifiche effettuate dagli investigatori e anche le informazioni rese da alcuni dipendenti dell’Agenzia stessa. Perquisizioni sono state effettuate in data 5 aprile nei laboratori Arpae di Reggio e Ravenna.
La stessa Arpae ha diramato nel pomeriggio un comunicato nel quale spiega che “l’Agenzia ha prestato immediata e piena collaborazione agli organi inquirenti agevolando l’acquisizione di tutta la documentazione richiesta. Premesso che si tratta di un procedimento ancora nella fase delle indagini preliminari nel quale devono essere fisiologicamente effettuati tutti gli accertamenti necessari per verificare eventuali profili di responsabilità, si evidenzia che, da quanto è desumibile dalla documentazione allo stato disponibile, la questione fondamentale oggetto di approfondimenti è rappresentata dalla valutazione della ‘assenza’ di fibre di amianto nei campioni di materiale analizzato, sulla base della normativa tecnica di riferimento.
A tal riguardo è opportuno rappresentare come gli operatori dell’Agenzia abbiano applicato metodiche analitiche accreditate, riconosciute dagli organismi scientifici nazionali, per considerare l’assenza di amianto. Tali aspetti tecnici verranno richiamati nelle sedi dovute. Arpae continuerà a prestare la dovuta collaborazione all’autorità giudiziaria, sul cui operato ripone la massima fiducia”.
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