REGGIO EMILIA – “Lo scorso anno in Germania c’è stato un attacco hacker al sistema informatico di un ospedale. Le procedure di ricovero si sono bloccate e un cittadino è deceduto. Questo ci deve mettere in guardia dalle nuove frontiere e dai nuovi rischi dei cyber attacchi”.
A parlare è Matteo Corradini, reggiano di San Maurizio, 25 anni, studente di Unimore. Un vero e proprio genio dell’informatica. Collabora con istituzioni e aziende per innalzare il livello di sicurezza di fronte ad attacchi esterni. E’ stato ribattezzato “hacker buono” perché il suo è un lavoro che si dipana contro la pirateria criminale.
Lo abbiamo interpellato a seguito dell’attacco hacker subito nelle ultime ore dal sistema informatico della Regione Lazio che ha avuto tra le conseguenze anche quella del blocco della campagna di vaccinazione.
Per Corradini istituzioni e aziende sono chiamate ad investire maggiormente in sicurezza informatica anche alla luce della diffusione dello smart working. “Molte aziende si sono trovate impreparate e hanno adottato soluzioni raffazzonate mettendo in pericolo la propria stessa sicurezza”.
Per l’esperto reggiano in futuro la criminalità punterà sempre di più sugli attacchi informatici, anche se gli obiettivi saranno soprattutto i privati: “Non si può escludere nulla, come è stata attaccata la Regione Lazio, potrebbe accadere domani anche alla Regione Emilia Romagna, ritengo però che i veri obiettivi dei cyber criminali siano le grandi aziende per la loro disponibilità economica. Lo scopo di queste azioni è infatti quello di estorcere denaro“.
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