REGGIO EMILIA – Il 7 febbraio del 2021 una cinquantina di attivisti riconducibili al mondo antagonista e anarchico si radunarono all’esterno del carcere di via Settembrini e diedero vita a una manifestazione di solidarietà a un loro compagno detenuto, che era da poco stato trasferito. Si trattava di soggetti provenienti da fuori Reggio.
Il mondo anarco-insurrezionalista che sta creando forti preoccupazioni nel Paese per il caso Cospito, nel nostro territorio non sembra in realtà preoccupare né essere rappresentato. Bisogna risalire al 2005 per una operazione che portò gli investigatori a effettuare perquisizioni in città nell’ambito di una operazione condotta dalla Digos di Roma in cui vennero arrestate 10 persone accusate di avere compiuto attentati contro il tribunale di Viterbo e il ministero della Giustizia tra il 2003 e il 2004. Una indagine che aveva portato sotto i riflettori la Federazione Anarchica Informale di Alfredo Cospito.
Sempre nel 2005 venne arrestata a Bologna la scandianese Elsa Caroli, allora 29enne: era accusata di far parte di un gruppo riconducibile a quello di Cospito che aveva tentato di effettuare un attentato con esplosivo a Bologna e dell’invio dei plichi incendiari a vari obiettivi in diverse città all’epoca del G8 di Genova, nel luglio 2001. Nel 2010 la donna venne tuttavia prosciolta.
Il lavoro di monitoraggio della Digos reggiana, in ogni caso, è ora più che mai attento e punta a non sottovalutare nulla, proprio in considerazione dell’escalation di tensione presente nel Paese.
Reggio Emilia anarchici caso Cospito