REGGIO EMILIA – Sono stati limitati gli effetti di Quota 100 nella nostra provincia: il numero di nuove pensioni erogate nel 2019 è cresciuto solo del 5%. Dalle statistiche dell’Inps emerge intanto lo scarto fra i trattamenti della gestione pubblica e quelli dei dipendenti privati.
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Le pensioni dei dipendenti pubblici sono più generose di quelle dei lavoratori del settore privato. La differenza tende a ridursi nel tempo, ma resta notevole. Vediamola ricorrendo ai dati delle nuove prestazioni pensionistiche liquidate dall’Inps nel 2019 nella nostra provincia. Per il settore privato la statistica mette insieme due situazioni diverse: pensione di vecchiaia e pensione di anzianità. Alla pensione di vecchiaia si accede al raggiungimento dei 67 anni, mentre la pensione di anzianità consente di ottenere il trattamento previdenziale prima dei 67 anni, a patto di aver maturato un determinato requisito contributivo.
L’importo medio delle nuove pensioni di anzianità e di vecchiata nel 2019 a Reggio è stato di 1.756 euro. Ben più corposi gli assegni per i pensionati reggiani del settore pubblico: 2.287 euro per la pensione di vecchiaia, 2.141 per quella di anzianità. La differenza è dunque di circa 500 euro al mese.
L’analisi delle oltre 20.800 prestazioni pensionistiche pubbliche erogate a Reggio evidenzia che non mancano gli assegni “pesanti”: 480 reggiani percepiscono fra 3mila e 3.999 euro, 283 fra 4mila e 4.999 euro e altri 526 superano i 5mila euro al mese.
I dati dell’Inps consentono anche di valutare gli effetti di Quota 100, la norma che – a partire dal 1° gennaio 2019 – ha consentito di accedere alla pensione anticipata con 62 anni di età e 38 di contributi. Le nuove prestazioni a carattere previdenziale erogate nel 2019 sono state 6.245. I lavoratori privati reggiani andati in pensione nel corso dell’anno sono stati più di 5.200, quelli del settore pubblico un migliaio. La differenza rispetto al 2018 è comunque contenuta: il 5% in più.
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