CORREGGIO (Reggio Emilia) – Originario di Treviso, il tenore Fabio Sartori ha debuttato nel 1996 al Gran Teatro La Fenice di Venezia come solista nel ruolo di Rodolfo ne La bohème. Solo un anno dopo si è esibito per la prima volta al Teatro alla Scala nella serata di inaugurazione della stagione con il Macbeth di Giuseppe Verdi diretto da Riccardo Muti. A lui è andato il quindicesimo premio Pavarotti d’oro, consegnato in un teatro Asioli gremito. Sartori fu “scoperto” dal flautista correggese Andrea Griminelli e da Luciano Pavarotti.
“Un grandissimo amico mio. Lo portai in Asia non ancora 30enne a fare concerti in Malesia e a Singapore”, sottolinea Griminelli. “Un tenore che anche Pavarotti sentì a inizio carriera. Luciano rimase sorpreso dalla sua bravura”, aggiunge Adriana Casarini, figlia di “Panocia”, ideatore del premio.
Sul palco dell’Asioli anche i giovani cantanti Giulia Mazzola, Eleonora Filipponi e Ettore Lee e il chitarrista Eugenio Polacchini, accompagnati dall’Ensemble Gocce d’Opera. “La serata è stata ccompagnata dall’Ensemble e dal maestro Andreoli, che dirige tutta la parte musicale dell’evento”, le parole di Aimone Spaggiari, della Pro Loco.
Iniziato nel 2008, il Pavarotti d’Oro ha premiato tra gli altri grandi interpreti dell’opera come José Carreras, Andrea Bocelli, Mirella Freni, Raina Kabaivanska e lo stesso Griminelli, ma anche protagonisti della musica pop come Zucchero, Luciano Ligabue ed Elisa. Negli anni il premio ha raccolto e destinato a progetti di solidarietà più di 70mila euro. “E’ il ricordo più affettuoso che gli viene tributato, da persone che lo hanno amato. C’è la commistione di celebrare il papà e Panocia che sono stati due grandi amici che si sono voluti tanto bene”, chiosa commossa Giuliana Pavarotti.
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