REGGIO EMILIA – Da gennaio ad oggi sono stati soltanto 8 i contratti firmati tra proprietari e inquilini nell’ambito del “Patto per la casa”, che vede la mediazione di Acer e del Comune di Reggio. Altri 5 sono in corso di contrattazione. I numeri sono piuttosto esigui e comunque Reggio risulta prima in regione. Proprio la Regione Emilia Romagna aveva messo a disposizione in totale circa 7 milioni per questo patto tra privati.
Il Comune di Reggio e Acer avevano aderito facendo da mediatori e fornendo garanzie. Ma uno dei problemi riscontrati è che i proprietari ricevono risorse limitate (massimo 6 mila euro dal fondo di garanzia) a fronte di spese invece ingenti: molto spesso gli alloggi sfitti hanno bisogno di ristrutturazioni costose. C’è poi un mercato saturo e di alloggi c’è molta richiesta: questo significa che i prezzi degli affitti sono in media molto più alti rispetto a quelli a canone calmierato previsti nel “patto per la casa”. Non c’è dunque convenienza economica per i proprietari.
“Abbiamo chiesto alla Regione un confronto per rivedere i parametri – afferma l’assessore alla Casa del comune di Reggio, Lanfranco De Franco – perché in questo modo la misura non funziona”. Sono circa 3mila gli alloggi privati che risultano sfitti a Reggio, 400 invece quelli appartenenti al Comune, che necessitano di una ristrutturazione onerosa. “Sul fronte degli alloggi popolari – continua De Franco – ne stiamo assegnando 51 in queste settimane grazie a fondi regionali e altri 30 saranno destinati all’edilizia residenziale sociale (ERS), in cui il canone d’affitto è più alto, si aggira sui 350/400 euro a differenza dei 120 euro di media per un alloggio in una casa popolare. Attualmente sono circa 900 le famiglie in lista d’attesa.
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