REGGIO EMILIA – Unindustria Reggio studia le contromosse dopo il pronunciamento con cui la Corte d’Appello di Roma ha stabilito che il patrimonio dell’ex Associazione piccole e medie industrie di Reggio, finito in pancia a via Toschi dopo la fusione del 2012, deve essere devoluto a Confapi nazionale.
La sentenza è al centro di una comunicazione inviata dal presidente di Unindustria Fabio Storchi agli associati. “Ci riserviamo di analizzare a fondo le motivazioni che hanno portato a questa grave decisione – scrive Storchi – al fine di intraprendere le azioni opportune a tutela degli interessi e del patrimonio di Unindustria”. L’associazione di via Toschi, spiega il presidente Storchi, è stata informata della sentenza il 15 giugno scorso.
In sostanza, la Corte d’Appello di Roma ha rigettato l’impugnazione, da parte di Unindustria, del lodo arbitrale che già nel 2014 aveva dato ragione a Confapi sulla destinazione del patrimonio dell’ex Api di Reggio. “Siamo sorpresi da una sentenza – scrive ancora Storchi ai colleghi – che nella sostanza pare non aver considerato i dubbi circa la legittimità del lodo arbitrale”.
E’ una partita da circa 4 milioni di euro. Al valore del patrimonio, indicato in 3,5 milioni, bisogna infatti aggiungere gli interessi maturati negli anni e il pagamento delle spese legali. Di fatto Unindustria deve fare ora i conti con due pronunciamenti di merito sfavorevoli: prima il lodo arbitrale e ora la sentenza d’appello. Dopo due gradi di giudizio, Confapi nazionale è nelle condizioni di avviare le procedure esecutive per recuperare le somme che reclama. Via Toschi, da parte sua, potrebbe reagire tentando la strada del ricorso in Cassazione.
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