MONTECCHIO EMILIA (Reggio Emilia) – La crisi di EMS Group, azienda di Montecchio specializzata nella produzione di macchine automatiche per l’industria, soprattutto quella del vetro, ha avuto lo spazio di una vicenda di provincia o poco più. Solo la mobilitazione dei lavoratori ha fatto accendere in qualche caso le luci dei riflettori. E invece, a conti fatti, la massa debitoria accumulata da EMS supera i 266 milioni di euro. Un passivo superiore a quelli di Coop Muratori di Reggiolo, di Artoni o di Orion, per citare alcuni dei casi di dissesto degli ultimi 15 anni.
Il gruppo era nato nel 2019, quando il fondo lussemburghese Xenon, attraverso la società Xem, aveva acquisito il controllo della Mectra di Montecchio e di altre quattro aziende: Zecchetti, Emmeti e Logic, sempre in val d’Enza, e la Sipac di Fontevivo (Parma). Di quel gruppo che arrivò ad avere 460 dipendenti e un giro d’affari di 130 milioni, dopo la crisi venuta alla luce nel 2021 resta ben poco. Nel luglio dell’anno scorso il principale ramo d’azienda, con 60 addetti, è stato acquisito dal gruppo Bottero di Cuneo, attraverso la controllata E2Pack.
A partire dal 26 gennaio 2026, invece, i creditori saranno chiamati ad esprimersi sulla proposta di concordato preventivo depositata in agosto da EMS Group. In sostanza, il residuo ramo d’azienda, con le commesse acquisite, i beni strumentali, le rimanenze di magazzino e 3 dipendenti, sarà acquistato dalla stessa Xem, socio di maggioranza di EMS con sede legale in Lussemburgo. Xem pagherà 9,5 milioni di euro e verserà anche 3 milioni per Inps e Agenzia delle Entrate. Altri 3 milioni arriveranno dal gruppo Bottero, mentre altre risorse dovrebbero derivare dalla vendita di immobili.
Con 266 milioni di debiti, l’attivo previsto dal piano, pari a 29 milioni, consentirà di pagare integralmente solo spese e debiti prededucibili e i debiti verso i dipendenti. Per gli altri creditori resterà poco.
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