REGGIO EMILIA – Nel 1983 la nostra città ospitò per la prima volta la festa nazionale dell’Unità. Già da due anni il Pci reggiano aveva scelto di organizzare la kermesse al Campovolo, coinvolgendo le sezioni di tutta la provincia.
Da qualche mese a Palazzo Chigi sedeva Bettino Craxi. Enrico Berlinguer, segretario nazionale del Pci, arrivò a Reggio il 17 settembre come ricorda Lino Zanichelli, allora co-responsabile, insieme ad Alessandro Carri, dell’organizzazione: “Il giorno prima del comizio visitò tutti i ristoranti e il magazzino centrale e fu un riconoscimento straordinario per tutti noi”.
Il 18 settembre 1983, esattamente 40 anni fa, si chiuse quella Festa dell’Unità con il comizio del leader comunista cui assistettero 700mila persone. Racconta Ildo Cigarini, co-organizzatore della festa: “Arrivavano continuamente da molte parti d’Italia pullman, macchine, era un continuo afflusso di popolo, e alla fine il grande prato verde si riempì di gente, e io vedendo questa immensa distesa ebbi una sensazione di estrema congiunzione tra questo popolo e il suo leader”.
Berlinguer in quel discorso mise l’accento sull’alternativa democratica rappresentata dal Pci di allora al governo Craxi e alla Dc e sull’importanza di curare le nuove tecnologie. Indimenticabile, per chi era al Campovolo, la chiusura del discorso di Berlinguer : “Parole scritte davanti alla Casa del Popolo di Massenzatico – ricorda Zanichelli – che dicevano ‘discordi siam nulla, insieme siamo tutto’. Sul palco era una piccola figura, esile, magra, ma la sua voce era tranquilla, ragionante, entrava nel cuore di chi ascoltava”.
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