REGGIO EMILIA – L’inchiesta che ha portato ad avere cinque indagati per turbativa di pubblico servizio riguarda un’ambito in difficoltà dopo il Covid e con la ripartenza dei viaggi: il rilascio dei passaporti. La questura di Reggio sta ancora smaltendo la grande richiesta di appuntamenti ma rassicura: “Chi ha necessità urgente, anche per turismo, riesce a partire”.
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Ci vorranno almeno altri due anni per tornare alla normalità. Prima del Covid la questura di Reggio rilasciava circa 15mila passaporti all’anno, nel 2023 sono stati più di 30mila. Prenotare oggi attraverso il portale del ministero significa fissare un appuntamento anche a novembre, a meno di non trovare un posto in tempi più veloci, per una disdetta.
“Oggi registriamo ancora tempi di prenotazione sull’agenda on line molto lunghi che sono legati al recupero dei titoli di espatrio non emessi a causa del Covid. Anche la Brexit sta avendo conseguenze sui tempi”, spiega Amedeo Pazzanese, dirigente della Divisione di polizia amministrativa.
In seguito ai tentativi di aggiramento delle procedure, come quello su cui si è concentrata l’indagine di procura e questura di Reggio, il sistema informatico a dicembre è stato reso più sicuro. Finora gli uffici preposti sono riusciti sempre a garantire il rilascio dei passaporti chiesti con urgenza, anche per turismo. Chiunque avesse necessità, può scrivere una mail alla questura di Reggio. Un paio di mesi prima della partenza possono essere sufficienti.
“Con l’attività che viene svolta quotidianamente sia sulle prenotazioni fatte attraverso l’agenda, sia con un regime di overbooking, cioè appuntamenti calibrati per tutti coloro che ci rappresentano un’urgenza tra quelle previste per legge, tra cui anche il turismo, stiamo riuscendo a garantire la partenza di tutti coloro che devono espatriare nei tempi di legge, compatibilmente con le necessità dei singoli cittadini”.
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