REGGIO EMILIA – Quasi un anno fa esatto, il 20 aprile 2019, era il sabato di Pasqua dell’anno scorso. C’era il sole, come oggi. Ma le coincidenze si fermano qui.
Nel Sabato Santo in epoca Coronavirus, quella che ha visto il Crostolo, dalla sua immobile postazione, è stata una piazza Prampolini bellissima ma ferma, anche se non deserta. Quella che hanno visto i leoni è stata una piazza San Prospero in versione agostana; in piazza Del Monte non c’erano le distese dei bar, ma diverse pattuglie della polizia locale ad assicurarsi che chi era in giro avesse un valido motivo per farlo, pena multe salate. E al posto di un complessino improvvisato c’era un gran silenzio.
Ci arriva addosso un’ondata di profonda nostalgia nel pensare a quanto vorremmo sentire quel vociare e quella confusione attorno a noi che forse un anno fa trovavamo sgradevole, mentre ci accalcavamo nei negozi o mentre facevamo lo slalom tra la folla della via Emilia con la nostra bicicletta. Oggi dai negozi, quelli di alimentari, gli unici aperti assieme a edicole e tabacchi, siamo rimasti fuori, dall’altra parte di un vetro.
Oggi non abbiamo potuto avvicinarvi per sapere come avreste trascorso la festa. Non lo abbiamo fatto perché bisogna rimanere lontani e perché sappiamo che non trascorrerete Pasqua e Pasquetta con la gita fuori porta o con la famiglia tutta riunita. Per vari versi, abbiamo già sperimentato come questa emergenza ci abbia unito. Il simbolo di questo essere tutti assieme è la fila, ordinata e silenziosa, entrambe caratteristiche inedite per il popolo italiano, davanti ai supermercati. Tutti in attesa di poter fare di nuovo festa.
Reggio Emilia controlli emergenza coronavirus covid-19 Pasqua 2020