REGGIO EMILIA – Nella vicina Parma è arrivato l’esercito. Da oggi 18 militari, secondo il piano disposto dal Ministero dell’Interno, affiancheranno le forze di polizia nell’attività di vigilanza nella zona della stazione ferroviaria. Durante il giorno, a turno, due militari saranno a fianco degli altri agenti, mentre di notte i militari in servizio saranno tre e potranno identificare e fermare le persone. Tre di loro infatti hanno funzione di comando e controllo. Il presidio fisso durerà fino al 31 dicembre.
La presenza o meno dell’esercito anche a Reggio continua intanto a far discutere. Secondo il sindaco Luca Vecchi ospite di Buongiorno Reggio la scelta è una prerogativa dello Stato: “La richiesta del presidio dei militari è una prerogativa della Prefettura, io non sono contrario a priori nè ho pregiudiziali; in questi dieci anni però sono state date sempre altre indicazioni sulle modalità d’azione”.
Secondo il primo cittadino, prima dell’esercito servirebbe una maggiore dotazione di forze dell’ordine a livello locale. Poi la certezza della pena: “Se prendo uno spacciatore il giorno dopo dov’è? Di nuovo lì”.
La questione della sicurezza, che anche a Reggio è il primo tema di discussione in questa campagna elettorale, “deve essere affrontata a livello nazionale”, ribadisce Vecchi. “Era una prerogativa di questo Governo che ha fallito”. Secondo Vecchi la strada intrapresa per la zona della stazione storica di Reggio è quella giusta: “Serve un impegno a medio-lungo periodo, in termini di riqualificazione urbana come stiamo facendo in via Turri e in termini di riqualificazione sociale, e lo faremo con il progetto ‘Stazione off’. E poi certo servono un costante presidio e la repressione”.
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