REGGIO EMILIA – Prendere visione della situazione nel carcere di via Settembrini. Ha avuto questo obiettivo l’iniziativa della delegazione parlamentare del Pd che ha visitato questa mattina la casa circondariale della Pulce.
“Di fronte all’affollamento, all’assenza di prospettive per le persone che sono in carcere, all’assenza di formazione, può succedere che questa tensione porti anche a quelle vicende”. Vanno inserite in un contesto che presenta più criticità le torture ai danni di un detenuto nel carcere di Reggio, documentate da immagini che hanno scosso l’opinione pubblica. La pensa così Debora Serracchiani. In qualità di responsabile nazionale giustizia del Partito Democratico, ha guidato la delegazione protagonista di un sopralluogo nella struttura di via Settembrini, avvenuto alla presenza della direttrice e del comandante della polizia penitenziaria.
Scontata è la condanna dell’azione immortalata dalla videosorveglianza, così come la fiducia nella magistratura che sta indagando. Anche il penitenziario della nostra città, è stato spiegato con una conferenza stampa, necessità di più risorse a partire da quelle umane vista la carenza di personale, sia degli agenti che degli operatori con ruoli sanitari o educativi. Occorrono poi più investimenti infrastrutturali “per la manutenzione ordinaria e straordinaria. Nel carcere di Reggio ci sono spazi sufficienti anche per garantire la formazione, per far sì che il tempo che si passa in carcere non sia tempo perso ma utile anche per il reinserimento sociale e lavorativo”, ha aggiunto Serracchiani.
Il numero dei detenuti reggiani è diminuito di 60 unità ultimamente. Un calo dovuto a interventi di ristrutturazione in corso. Da tre saliranno presto a cinque i professionisti che si occupano del reinserimento sociale. Tra i punti di forza sottolineati, l’esperienza ormai storica che alla Pulce vede affiancarsi ai detenuti figure del volontariato e delle cooperative sociali in attività laboratoriali. Percorsi determinanti nell’azzeramento delle recidive dopo la detenzione. “Dovremmo essere più interessati, non tanto a quando esce un detenuto quanto a come esce un detenuto”, ha concluso la parlamentare. Deleteria, in quanto va ad aggravare il problema del sovraffollamento, è la tendenza del Governo a introdurre nuovi reati.
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