REGGIO EMILIA – “Un caso rarissimo, trovarsi in due nello stesso punto. Forse uno non ha visto l’altro e gli è entrato nelle funi e una volta che i paracaduti si attorcigliano, si viene giù”. Così il presidente della Bfu Franco Di Lorenzo, un esperto, commenta lontano dalle telecamere l’incidente in cui sono morti Gabriele Grossi e Fabrizio Del Giudice. E ancora: “Li abbiamo visti arrivare giù. Abbiamo chiamato i soccorsi, avevamo anche dei soccorritori tra i nostri, abbiamo utilizzato i defibrillatori. Poi sono arrivate le ambulanze, l’elisoccorso, è stato fatto l’impossibile. Purtroppo non c’è stato niente da fare”.
“Oggi facciamo il record”: le ultime parole prima del lancio mortale. VIDEO
L’evento era stato organizzato da un gruppo di Milano che si era appoggiato alla scuola di via Pinotti al Campovolo che aveva due aerei adatti. Non era il primo record ufficiale realizzato nel reggiano e sempre dallo stesso gruppo. ‘Con Fabrizio del Giudice che lavorava come tecnico di materiali per un’azienda del settore- racconta ancora il Presidente- eravamo amici da 30 anni e Gabriele Grossi era anche un istrutture della nostra scuola. Adesso resta un profondo dolore ma anche la consapevolezza che sono morti facendo ciò che più amavano e la speranza che i ragazzi proseguano questo sport così emozionante. A chiedere di lasciare aperta la scuola e di fare da subito nuovi lanci è stata la famiglia di Gabriele e la sua fidanzata, anche lei paracadutista. Hanno parlato con tutti e hanno chiesto di proseguire per ricordarli. E così è stato.
La scuola BFU apre tutti i fine settimana ai propri tesserati per corsi e lanci, i testimoni sono stati sentiti dalla polizia che ha svolto le indagini che sono coordinate dal Pm Giannusa.
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