REGGIO EMILIA – Cresce il volume di attività del Centro sociale Papa Giovanni XXIII, la cooperativa con sede in via Madre Teresa di Calcutta fondata quasi 50 anni fa a Reggio. In una società sempre più sofferente, la cooperazione sociale supplisce al progressivo ritrarsi dello stato sociale. E così oggi la Papa Giovanni XXIII è una realtà con poco meno di 300 dipendenti e quasi 200 soci, attiva in 120 sedi tra comunità, appartamenti, uffici e centri giovani, in cui l’anno scorso sono state accolte più di 2.400 persone.
L’assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2024 e ha rinnovato il Consiglio di amministrazione. Alla presidenza è stato confermato per i prossimi tre anni Fabio Salati, vice Alessia Pesci, in un cda a maggioranza femminile.
Il raggio d’azione della cooperativa negli anni si è esteso alle province vicine di Modena, Mantova e Piacenza. Tossicodipendenti, senza fissa dimora, giocatori d’azzardo, richiedenti asilo, giovani, persone fragili in genere: sono, se ci passate il termine, i “clienti” della Papa Giovanni XXIII, persone che hanno bisogno di aiuto. Gli operatori ne hanno incontrati più di 56mila l’anno scorso.
Anche i risultati economici sono positivi. I ricavi sono cresciuti a 13,5 milioni di euro e derivano per il 90 per cento dalla gestione di servizi per conto di enti pubblici. Il risultato netto è stato di 800mila euro.