REGGIO EMILIA – “Non ho mai saputo nulla né dell’esistenza di Genco né delle denunce. E’ il mio rammarico. Forse, se avessi saputo qualcosa ,sarebbe andata diversamente”. Sono le parole del padre del bambino di Juana Cecilia Loayza, uccisa un mese fa al parco di via Patti.
“Il bimbo verrà a stare con me – dice Corrado Lolli – A volte penso che non sia successo niente, quasi non ci credo, poi si va avanti per il piccolo”. Lo scorso Natale erano a tavola tutti insieme: Corrado, Cecilia, il loro bambino e il figlio adolescente dell’uomo, legatissimo al fratellastro. Quest’anno si trova a spiegare a un piccolino di nemmeno due anni qualcosa di inspiegabile. Il bimbo sa che la mamma non tornerà, ma ovviamente non sa che non tornerà perché un mese fa un uomo, Mirko Genco, l’ha accoltellata a morte in un parco.
“I primi giorni era molto spaesato, adesso va meglio – ha aggiunto – Con la psicologa gestiremo la situazione, l’unica cosa positiva è che è molto piccolo e c’è più tempo per gestire al meglio”. Corrado, albergatore, e Juana avevano deciso di interrompere la loro relazione a fine dicembre 2020, poco dopo quell’ultimo pranzo di festa. Si era arrivati a un accordo economico e all’affido condiviso del piccolo. “Mio figlio lo vedevo tutte le settimane; Cecilia era legatissima a lui e lui alla mamma”.
Assieme a Dina, la mamma di Juana Cecilia che a metà gennaio farà ingresso in un nuovo alloggio trovatole dal Comune dopo che il proprietario della casa di via Melato ha deciso di non rinnovarle l’affitto, continua il percorso graduale per abituare il bambino al prossimo futuro. “Fin dal primo momento si sono tutti attivati: io, i servizi sociali, il sindaco. Non sono stati lasciati al loro destino. Il bimbo verrà a stare con me, ma il ruolo della nonna è importantissimo. Mi costituirò parte civile. Purtroppo, non ho mai saputo nulla di questo personaggio, né della relazione né delle denunce. E’ il mio rammarico”.
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