REGGIO EMILIA – Il prototipo del lungo moderno, che si fa sentire eccome sotto canestro perché, come lui stesso ha detto ai nostri microfoni, “sono stato dotato di una buona struttura fisica”, ma che non disdegna di farsi sentire da oltre l’arco (33% da tre nello spezzone della scorsa stagione) né di mettere palla a terra alla bisogna. In più, cattiveria, presenza, vocalità sul parquet: in una parola, energia.
E’ questo l’identikit che meglio si abbina a Justin Johnson, perlomeno al cestista visto giocare da avversario contro l’ultima edizione della Pallacanestro Reggiana. La nuova ala grande della Unahotels è stata presentata stamane nella cornice di Ruote da Sogno. A fare gli onori di casa il direttore generale biancorosso, Filippo Barozzi, e il socio Andrea Baroni. “Sono molto felice di questo acquisto – ha detto proprio Baroni – perché Justin è uno di quei giocatori che si sposa benissimo con quelli che sono sempre stati i nostri valori”. “In assoluto – ha aggiunto Barozzi – si tratta del giocatore che abbiamo maggiormente studiato e corteggiato in questa estate. Ha un grande talento offensivo, deve salire di colpi in difesa per diventare un grande giocatore. Però ha le caratteristiche che cercavamo e in più conosce già il nostro campionato”.
“Innanzitutto – ha esordito Johnson – sono orgoglioso di essere qui e della scelta fatta. I colloqui sono durati due settimane, ma poi abbiamo trovato la giusta intesa. Voglio vincere, quindi voglio in primis il bene della squadra e non mi interessa segnare 20 punti o 1 soltanto. Un obiettivo? Senz’altro i playoff e una buona coppa, gli obiettivi personali sono sempre secondari a quelli del gruppo”.
Johnson ha svelato un aneddoto su coach Martino: “L’ho affrontato da avversario sia in A2 quando ero a Cagliari che in A la passata stagione. Mi ha detto di portare energia nei minuti in campo e soprattutto difesa. Personalmente, voglio continuare a crescere come giocatore e questa è la piazza ideale”.
Cestista, sì, ma prima ancora Johnson è stato una promessa del football americano, arrivando 3 anni fa a interrompere col basket per dedicarsi per 6 mesi solo alla palla ovale: “Mi ha fermato un infortunio e allora ho ripreso con la pallacanestro. Sono cresciuto giocando a football, forse ero pure più bravo rispetto al basket, ma è troppo l’amore che nutro nei confronti di questo sport e quindi ho fatto la mia scelta”.
A chi gli chiede se abbia mai avuto un mentore, Justin risponde: “Mio padre, Tommy. E’ sempre stato molto severo con me, sia da genitore che da osservatore esterno delle mie partite. Ancora oggi, quando mi viene a trovare in Europa e le guarda, poi mi catechizza come se avessi ancora 12 anni… Però, in assoluto è il mio riferimento”.
Tra le curiosità, indossa la 23 perché “è il giorno del mio compleanno (23 maggio, nda)” e ama pescare: “Lo faccio soprattutto d’estate, in Florida, quando non gioco. Ai laghi e ai fiumi preferisco il mare aperto”.
In chiusura di conferenza, il direttore generale Barozzi ha fatto il punto sulla campagna abbonamenti: “E’ pronta, aspettiamo soltanto che la Lega si pronunci sulla deroga della Regione che ha aperto al 25% della capienza totale. E’ stato dimostrato che è possibile stare in sicurezza e fare divertire i nostri tifosi”.
Quanto a Bostic, “ha avuto un infortunio muscolare contro la Virtus, scivolando su un adesivo sul parquet. Sta facendo lavoro differenziato e nel fine settimana avrà un controllo medico. In dubbio con Milano? E’ ancora presto per dirlo, ma non abbiamo fretta”.
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