REGGIO EMILIA – L’uscita del nuovo Dpcm ha dato, di fatto, una settimana di tempo alle piscine e palestre che ancora non sono in regola con le norme anti Covid per farlo, pena la chiusura di tutti gli impianti sul territorio nazionale. Da qui, la levata di scudi da parte di tante realità nazionali che in regola, a dire il vero, si sono messe già in fase di lockdown e che ora rischiano di chiudere nuovamente per colpa di pochi.
In merito riceviamo e pubblichiamo una lettera arrivataci da Diego Bigliardi, responsabile commerciale e socio della palestra Fit Village di via Mazzacurati.
Con questa lettera vorremmo esprimere il nostro sconforto sorto dopo l’ennesimo Dpcm emanato dal Governo, che pone ancora in dubbio il regolare svolgimento del nostro lavoro che ricordo essere uno dei principi fondamentali della Costituzione Italiana: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.
Il nostro lavoro per mettere in totale sicurezza lo stabile, adeguandolo perfettamente a tutte le norme imposte dallo stato inizia già nella prima fase del lockdown e vede l’impegno costante di svariate forze lavoro tra dipendenti e professionisti (ingegneri della sicurezza, architetti, avvocati, tecnici ecc) e di conseguenza un investimento concreto da parte dell’azienda per far fronte a tutte queste innumerevoli spese.
Il 25 maggio, al momento della riapertura, i protocolli erano perfetti e il rigore dello staff nel far rispettare le norme, unito alla messa in sicurezza della struttura, garantiva al cliente totale sicurezza e serenità. Con messa in sicurezza intendo: percorsi di entrata ed uscita senza incroci di flussi, distanziamento ottimale di tutti i macchinari, dispenser di igienizzante sia per mani che per attrezzi e macchinari con relativo dispenser per carta, indicazioni e cartelli con regole e protocolli da seguire, misurazione della febbre, disposizioni di stanze anti-covid, segnaletica e aumento del personale per garantire più controllo e per una corretta e continuativa igienizzazione della struttura.
E’ infatti previsto l’ingresso contingentato da parte dei clienti con prenotazione, tramite applicazione o contatto telefonico, sanificazione periodica e continuativa di tutti gli ambienti da parte dello staff a ogni cambio di fascia sommato all’obbligo imposto ai clienti di igienizzare ogni attrezzo prima e dopo l’utilizzo, aumento del personale di sala per un adeguato controllo sull’uso delle mascherine e aumento degli addetti alle pulizie.
Chiaramente, i primi mesi successivi alla riapertura rispecchiavano una situazione pari a meno del 50% del fatturato dell’anno precedente nel medesimo periodo e i tre mesi di chiusura precedenti, senza alcun tipo di ristoro da parte dello stato gravavano decisamente sulla situazione economica dell’azienda e al quadro generale dovevano esser sommati i costi di gestione aumentati in modo esponenziale elencati precedentemente. Nonostante una situazione piuttosto negativa, grazie all’impegno, la dedizione e la passione dell’intero staff e di tutti i collaboratori per un totale di circa 60 addetti, la situazione ha iniziato a mostrare piccoli margini di miglioramento che avrebbero permesso di coprire tutti i costi e di restare a galla in questo momento di difficoltà.
All’alba dell’ultimo Dpcm e, soprattutto, di una nuova ipotetica chiusura sentiamo tremare il terreno sotto i nostri piedi e incrinarsi gli ultimi sprazzi di speranza portati avanti con il sudore e il lavoro in questi difficili mesi. Lo sport è vita e benessere e in un momento di crisi sanitaria come questo, se praticato in sicurezza, aiuta il nostro sistema immunitario a fronteggiare molte patologie e a mantenerci in una condizione mentale e psicologica forte.
Vi chiediamo di non generalizzare e di far sì che le attività che svolgano il proprio lavoro nel totale rispetto delle norme igienico-sanitarie previste dalla legge possano continuare a operare nel loro settore di competenza senza distinzioni e categorie.
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