REGGIO EMILIA – I banchi sono arrivati nelle ultime ore, si stanno posizionando le cattedre e le lavagne: le stanze del palazzo quattrocentesco voluto da Francesco da Mosto, alto funzionario ducale, sono quasi pronte per ospitare alcuni degli alunni della scuola media “Amedeo d’Aosta”.
L’edificio di via Mari, in centro storico e oggi di proprietà della Fondazione Manodori che lo ha restaurato riportandolo al suo aspetto originale, è uno dei luoghi della città che il Comune ha scelto di utilizzare come alternativa alle sedi scolastiche, insufficienti ad accogliere tutti gli studenti, visto che a causa della pandemia sarà necessario mantenere il distanziamento sociale.
Il Comune ha deciso di trasferire a palazzo otto classi, ovvero quasi 200 ragazzi oltre al personale docente e ausiliare. Si spera che il disagio sia minimo visto che la scuola, la cui sede è in via Cecati, richiama famiglie da tutta la città. L’amministrazione sta comunque valutando di mettere a disposizione una navetta per gli studenti, si decideranno tempi e modi dopo l’inizio delle lezioni sulla base delle richieste e delle esigenze dei genitori.
Si stanno ancora attendendo le ultime indicazioni con le linee guida per la ripartenza delle scuole. Ma gli arredi, alcuni comprati per l’occasione altri recuperati, saranno comunque posizionati in modo da mantenere il distanziamento.
Palazzo Da Mosto, un gioiello non ancora così conosciuto dai reggiani, potrà proseguire le sue attività, come mostre e iniziative cultuali. La Fondazione Manodori ha in merito diversi progetti. Si può dire in un certo senso che torni alla sua antica vocazione: nel 1857 Pietro Manodori, allora sindaco di Reggio, rilevò l’edificio dai conti Greppi di Milano per aprirvi un asilo infantile gratuito e aperto a tutti. Per tutto il Novecento, fu un laboratorio di importanti innovazioni pedagogiche.
Reggio Emilia palazzo da mosto emergenza coronavirus covid-19 scuola amedeo d'aosta












