REGGIO EMILIA – A Palazzo da Mosto, dal 22 novembre 2025 all’8 febbraio 2026, un’esposizione dedicata ai grandi architetti che, nel corso del Novecento, hanno contribuito a costruire e trasformare la città di Reggio Emilia. La mostra si intitola “La costruzione della città moderna: gli archivi degli architetti del ‘900 a Reggio Emilia”: è promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e la Biblioteca Panizzi.

Guido Tirelli, Albergo Posta, prospetto, 1926
Un progetto, curato da Giordano Gasparini e Andrea Zamboni, che ripercorre l’evoluzione urbana della città, offrendo uno sguardo approfondito sugli archivi lasciati dai principali protagonisti dell’architettura e dell’urbanistica reggiana del secolo scorso. Provengono dalle collezioni della Biblioteca Panizzi i disegni originali di Guido Tirelli, Pietro Cavicchioni, Prospero Sorgato, Carlo Lucci, Osvaldo Piacentini e della Cooperativa Architetti e Ingegneri e Antonio Pastorini. Sono inoltre esposti i materiali provenienti dagli archivi privati, resi disponibili dagli eredi di Eugenio Salvarani e Enea Manfredini.
Non solo progetti e disegni tecnici, ma anche appunti, corrispondenze, fotografie, che si rivelano essenziali per comprendere a fondo il processo creativo, il contesto progettuale e le reti di relazioni degli architetti. Documenti che permettono di andare oltre l’opera finita, restituendo la figura dell’architetto nella sua interezza: progettista, insegnante, intellettuale, talvolta anche figura pubblica e politica.

Cooperativa Architetti e Ingegneri Reggio Emilia. Grattacielo di Reggio Emilia, 1953 (Foto di Renzo Vaiani ©Biblioteca Panizzi – Reggio Emilia)
Tra i tanti progetti ricostruiti attraverso i materiali di archivio si segnalano la risistemazione dell’Hotel Posta e del Teatro Ariosto (Tirelli), il Mercato Coperto e il Cimitero Monumentale (Sorgato), Villa Ferretti (Cavicchioni), il Cinema Ambra e l’intervento Della Robbia (Lucci), il Seminario, i quartieri INA Casa di via Wybicki e di Via Bismantova (Manfredini), la Coop1 e il cosiddetto Grattacielo (Coop. Architetti e ingegneri), la sede Max Mara di via F.lli Cervi e Palazzo Caminati (Pastorini e Salvarani).

Antonio Pastorini e Eugenio Salvarani. Stabilimento Max Mara, Reggio Emilia, 1961 (Foto Stanislao Farri, FBP)
La prima sala presenta una linea del tempo che racconta l’architettura reggiana inserendola nei contesti più ampi della ricerca e dello sviluppo della storia dell’architettura del nostro Paese. Attraverso un tavolo interattivo, il visitatore può geolocalizzare ogni intervento e consultare varie schede di approfondimento. Nelle successive stanze, viene restituito un percorso cronologico, dal primo decennio del Novecento agli anni Settanta.
Se da un lato l’esposizione intende sottolineare l’importanza degli archivi degli architetti – che devono essere salvaguardati e valorizzati in quanto importanti strumenti di indagine, capaci di innescare nuovi studi e nuove interpretazioni – dall’altro vuole ricordare come le opere pubbliche, in diversi periodi del Novecento, abbiano contribuito a far ripartire l’economia nazionale, impegnata a mettere a punto idee e programmi per costruire uno Stato moderno.

Prospero Sorgato, il Mercato coperto appena terminato e in costruzione, 1927
Inoltre, nel percorso di mostra, sono allestite le opere di due artisti reggiani di caratura nazionale. La scultura dell’artista Graziano Pompili, che domina il cortile del palazzo, è parte della serie Poeticamente abita l’uomo, un ciclo avviato nei primi anni Novanta, in cui l’autore affronta il tema dell’abitare attraverso varie declinazioni della casa, intesa come forma archetipa, porto sicuro e tensione all’assoluto. Nella prima sala di mostra, è collocata invece Greetings from, tela a olio su laser di Angelo Davoli, gentilmente concessa in prestito dall’Archivio Angelo Davoli. L’opera offre una riflessione sui nostri luoghi comuni, sia fisici che mentali, e, attraverso una mimesi tra reale e immaginario, propone una nuova idea di città in cui le coordinate spazio-temporali si dissolvono, restituendola sotto forma di obsoleta cartolina.
È inoltre prevista una serie di incontri pubblici, visite guidate, workshop e laboratori per le famiglie e per le scuole. Per informazioni relative ad appuntamenti, orari di apertura e biglietti: www.palazzomagnani.it.
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