REGGIO EMILIA – La scalinata di piazza di Spagna a Roma di giorno, senza nemmeno una persona. Il Passo Sella, valico alpino delle Dolomiti, uno dei luoghi più frequentati dai turisti che amano la montagna: immobile e deserto. Tutto questo è stato possibile solo durante i primi mesi di lockdown.
E’ un Paese sospeso, vietato, trasformato quello descritto da 12 fotografi nella mostra collettiva “Italia in-attesa. 12 racconti fotografici”, aperta fino all’8 gennaio a Palazzo da Mosto. I fotografi sviluppano, ognuno con il proprio stile e la propria sensibilità, un’analisi visiva dell’impatto dell’uomo sul paesaggio in alcuni luoghi (sia iconici sia non) italiani. “A due anni di distanza, ci permette di capire qual è l’effetto dell’uomo sui paesaggi”, il commento di Davide Zanichelli, presidente della Fondazione Palazzo Magnani.
Ci sono i siti simbolo della città eterna insolitamente deserti, ripresi da Andrea Jemolo, che si confrontano con alcuni centri storici danneggiati dal terremoto che ha colpito il centro Italia del 2016, ritratti da Ilaria Ferretti. Le immagini surreali dei paesaggi montani tanto cari a Walter Niedermayr, solitamente popolati dal turismo di massa e ora deserti. Paola De Pietri si è concentrata sui paesaggi onirici di Rimini e Venezia mentre George Tatge ha ritratto i centri storici umbri, in cui il silenzio e il senso di vuoto sembrano riflettere lo stato d’animo dell’autore.
Durante la presentazione della mostra è stata firmata una collaborazione triennale con il Maxxi di Roma, il museo nazionale delle arti del XXI secolo. “E’ un accordo triennale di collaborazione per valorizzare le nostre collezioni di fotografia”, le parole di Annalisa Rabitti, assessore comunale alla Cultura. La mostra resterà aperta venerdì, sabato, domenica e i giorni festivi dalle 10 alle 19, con aperture straordinarie l’1 e il 24 novembre.
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