REGGIO EMILIA – Palazzo Magnani riapre al pubblico con la prima grande mostra allestita dopo la pandemia: l’Arte Inquieta. Paesaggi interiori, mappe, volti: sono 140 le opere che compongono la nuova mostra allestita a Palazzo Magnani. Una ripartenza, dopo la pandemia, che si concentra sul tema dell’identità, un viaggio attraverso il novecento e l’età contemporanea.
Afferma Davide Zanichelli, direttore di Palazzo Magnani: “E’ una mostra che abbiamo coltivato e pensato a lungo, anche durante il periodo di chiusura per Covid. Una mostra con dei prestiti assolutamente eccezionale. Giacometti è il primo autore che accoglie i visitatori ma c’è anche una grande opera di Kiefer”.
Tre le stanze tematiche in cui si articola il percorso: il volto metaforico, i monologhi interiori e i mondi visionari. Giorgio Bedoni è il curatore della mostra: “Il tema dell’identità è un tema estremamente attuale e contemporaneo. L’abbiamo indagato attraverso la storia del novecento, i grandi maestri del novecento in dialogo con il territorio di Reggio e l’art brut, oltre a qualche artista contemporaneo. In particolare quelli provenienti dall’Archivio del San Lazzaro di Reggio, che è importantissimo, ricchissimo di materiali, opere poco viste e poco osservate anche dal pubblico locale, che non hanno niente da invidiare alle grandi collezioni internazionali”.
La mostra sarà aperta dal mercoledì alla domenica e nei giorni festivi. Ma nel cartellone delle iniziative di Palazzo Magnani ci sono anche conferenze, attività per le scuole e progetti speciali: in una parola esperienze. Spiega Annalisa Rabitti, assessore comunale alla Cultura: “Qui c’è la parte esperienziale, in cui tutti i fine settimana ci saranno i laboratori per bambini e anche per gli adulti, per lavorare sulla propria identità, per capire di che cosa stiamo parlano e fare esperienza di quella urgenza della creazione che si sente in mostra, l’altra cosa molto importante è che tutti i mercoledì pomeriggio il gruppo di art factory, che è un gruppo di persone adulte con disabilità che lavorano da anni con noi, saranno qui per tutto il tempo di apertura della mostra”.
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