REGGIO EMILIA – Il 25 gennaio 2020 la Grissin Bon di Buscaglia battè Cantù e il giorno successivo arrivò in città il nuovo play Will Cherry, proprio quando a Los Angeles si stava consumando la tragica scomparsa di Kobe Bryant. Da allora la Pallacanestro Reggiana, tra Covid-19 e restauro del Pala Bigi, ha impiegato quasi 1000 giorni per tornare sul proprio parquet. Kobe, purtroppo, lo possiamo ammirare ora negli splendidi murales attorno e sui muri del palazzetto, mentre quest’ultimo oggi torna ad essere a disposizione della città e quindi della Unahotels. E oggi non poteva non essere festa, nonostante la sconfitta e l’infortunio a Vitali.
Una festa iniziata già prima dell’incontro, con i quasi 4.000 presenti a dare vita a questo evento, molti già presenti alle aperture dei cancelli. Sugli spalti, il colpo d’occhio di una macchia bianca delle t-shirt celebrative “Pala dolce casa” che un paio di sponsor hanno voluto omaggiare ai tifosi accorsi questo pomeriggio. Il tifo degli Arsàn, assieme alla canzone “Rumore” di Raffaella Carrà, ha accompagnato l’ingresso dei giocatori regalando applausi, mentre un boato accoglieva l’ingresso di Max Menetti. Alla presentazione dellaUnahotels le luci si sono spente per creare un’atmosfera ancora più suggestiva. E mentre lo speaker chiamava i biancorossi in campo dagli curva scendeva un grande striscione degli ultras reggiani.

Piero Montecchi e Mario Ghiacci
In tribuna non potevano mancare i tanti amici del basket reggiano oltre al sindaco Luca Vecchi, Rimantas Kaukenas (gettonassimo per selfies ed abbracci), l’olimpionico Giuliano Razzoli, Maurizio Bezzecchi, l’ex patron Stefano Landi. Tanto calore anche per il riconoscimento che la società ha attribuito a Leo Candi. A coronare il tutto, durante l’intervallo un applauso per gli artefici delle storica promozione in serie A del 1982 dell’allora Cantine Riunite del presidente Enrico Prandi: Rustichelli, Montecchi, Codeluppi, Ferrari, Santini, Ghiacci, assieme allo staff tecnico guidato dal coach Gianni Zappi, Gianni Pastarini e Giuseppe Bellelli.

Rimantas Kaukenas
Il catino di via Guasco è quindi finalmente ritornato ad essere, tra l’altro, il tempio del basket. Una sorta di iconica costruzione che, nonostante i mille difetti che può avere, è diventato imprescindibile per gli amanti di questo sport che come disse il campione dei Boston Celtics Bill Russell, “tende verso il cielo”, Da dove magari anche Kobe ci guarderà con un sorriso.
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