REGGIO EMILIA – “Il Pakistan è tra i peggiori Paesi al mondo per nascere donna”. Natasha Noreen ha 26 anni, è nata in Pakistan e si è trasferita con i genitori in Italia, a Bergamo quando aveva 14 anni. Da qualche mese vive in Inghilterra, a Newcastle, dove sta seguendo un percorso di formazione professionale come grafica. E’ da anni impegnata come attivista per i diritti civili a favore delle donne pakistane. La sua è una storia di ribellione alla propria famiglia che non voleva permetterla uno stile di vita occidentale.”Io da ragazzina non potevo uscire di casa, non potevo scegliere che studi fare, non potevo frequentare italiani, ho subito per tanti anni l’odio dei miei genitori e dei miei fratelli per la mia ribellione”.
Chiediamo a Natasha di rivolgere un messaggio alle adolescenti pakistane desiderose di vivere come le proprie coetanee italiane: “E’ un grande dilemma, perché vorrei dire di vivere la loro vita e di godersi ogni attimo, so che le metterei in grande pericolo“.
Natasha non crede affatto che il padre di Saman possa rientrare a breve in Italia di sua spontanea volontà, come da lui dichiarato: “Non penso proprio che tornerà, basti pensare al caso di Sana Cheema (la 25enne italo-pakistana uccisa nel 2018 a Brescia dal padre e dal fratello perché voleva sposare un italiano) per il quale i famigliari sono stati processati anche in Pakistan, ma sono a piede libero e se la godono”.
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