NOVELLARA (Reggio Emilia) – Nel delitto di Saman Abbas potrebbero essere coinvolte altre persone, difficilmente estranee alla sfera famigliare della ragazza. Anche in questo senso le analisi medico-legali potranno dare risposte. Intanto Shabbar Abbas si è spinto molto oltre davanti alla corte pakistana, a Islamabad.
TgReggio apprende dettagli che aggiungono incredulità a quel “mia figlia è viva” pronunciato davanti al giudice ieri durante l’udienza, reiterando un concetto già espresso in passato dal 45enne padre di Saman. L’uomo ha anche detto “mia figlia è stata rapita dai servizi sociali del territorio, ce l’hanno loro”. Da lì l’incredulità e l’impossibilità di capire quale strategia stia utilizzando Shabbar, fermato e arrestato il 15 novembre dopo un anno e mezzo di latitanza.
L’omicidio di Saman Abbas, aperta una seconda inchiesta: caccia ai complici ancora senza nome
Probabilmente nessuna. Sta di fatto che l’uomo per ora non solo non ammette nulla di quanto la procura di Reggio gli imputa, ovvero il sequestro e l’omicidio della figlia e la soppressione del suo cadavere, ma anzi rilancia a sua volta e accusa i servizi sociali. Al suo avvocato in Pakistan è stato dato tempo per esaminare la documentazione arrivata dall’Italia ed è stata fissata una nuova udienza: sarà il 6 dicembre. In ballo c’è la sua estradizione, alla quale si sta lavorando ma che non è, lo ricordiamo, scontata, in assenza di accordi bilaterali. E per quanto l’accusa di omicidio sia prevista nello stesso modo nell’ordinamento italiano come in quello pakistano, più controversa è la questione del movente che secondo l’accusa ha spinto l’uomo, in concorso con altri quattro parenti, compresa la moglie ancora latitante, a commettere il delitto: ovvero l’onore ferito da quella figlia che non ne voleva sapere di accettare in silenzio lo sposo che i genitori avevano scelto per lei.
Intanto in viazza Reatino a Novellara si continua, delicatamente ma incessantemente, a lavorare: dopo le azioni preparatorie, oggi la squadra dell’archeologo forense Dominic Salsarola ha iniziato materialmente gli scavi manuali nella fossa dento la quale sono stati sepolti i resti umani che si pensa siano quelli della ragazza. I tempi dipendono dal fatto che ci sia o meno un telo sotto al corpo. Se ci fosse, sarebbe un suppporto notevole che velocizzerebbe le operazioni.
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