NOVELLARA (Reggio Emilia) – “Mia figlia è viva”. Shabbar Abbas rigetta le accuse. Nessun cedimento da parte del padre di Saman nel corso dell’udienza seguita al suo arresto avvenuto lo scorso 15 novembre. L’uomo, assistito da un legale, è comparso davanti al giudice a Islamabad. All’avvocato sono stati concessi sette giorni di tempo per prendere visione della documentazione giunta dall’Italia che, come noto, ne ha chiesto l’estradizione.
La prossima udienza è stata dunque fissata per il 6 dicembre. Il 46enne è stato, intanto, ricondotto in carcere. Shabbar Abbas il 30 maggio del 2021, raggiunto al telefono da Il Resto del Carlino dopo essere fuggito in Pakistan, aveva affermato che Saman era viva e si trovava in Belgio, aggiungendo che dopo pochi giorni sarebbe rientrato in Italia per spiegare tutto agli inquirenti. L’uomo, tuttavia, il 6 giugno 2021 in una conversazione telefonica con un parente, intercettata dagli inquirenti, aveva detto in riferimento alle sorti della figlia 18enne: “L’ho uccisa io, l’ho fatto per il mio onore: ora tutti sapranno chi sono”.
La polizia federale del Pakistan, a margine dell’udienza, ha fatto sapere che stanno proseguendo senza sosta le ricerche della moglie di Shabbar e madre di Saman, la 49enne Nazia Shaheen. “Si trova in Europa” aveva detto il marito al momento dell’arresto: una versione ritenuta non credibile dagli inquirenti, secondo i quali sarebbe, invece, tuttora nascosta nei pressi del villaggio di origine, a Charanwala, nella regione del Punjab.
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