REGGIO EMILIA – Dopo circa due mesi, il sì di Shabbar Abbas è ufficialmente arrivato. L’istanza era stata avanzata il 10 febbraio dalla procura di Reggio e autorizzata nei giorni succesivi dalla presidente di Corte d’Assise. Il 20 febbraio il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva trasmesso gli atti contenenti la richiesta al Pakistan. Interpellato sul tema in una delle innumerevoli udienze che si sono susseguite a Islamabad dal giorno del suo arresto a oggi, Shabbar Abbas aveva detto che no, non si sarebbe collegato, salvo poi una rettifica da parte del suo avvocato. Nell’ultima udienza a Reggio il padre di Saman non si era fatto vivo e non era arrivata la certezza che il Pakistan avesse predisposto per questo videocollegamento, ora forse ci siamo.
In mattinata è arrivato questo sì ufficiale a presenziare a distanza al processo che lo vede come imputato dell’omicidio della figlia assieme alla moglie ancora latitante, a due cugini della ragazza e allo zio della 18enne. Proprio contro Danish Hasnain, suo fratello, potrebbe scagliarsi Shabbar se davvero partecipasse al processo e se volesse rendere dichiarazioni. Il padre di Saman è considerato il mandante del delitto, colui il quale avrebbe deciso che la ragazza andava eliminata perchè aveva disonorato la famiglia denunciando il fatto che volessero costringerla a sposarsi in Pakistan con un cugino più grande. L’11 aprile, in un’altra udienza ancora, verrà decisa la fattibilità tecnica del videocollegamento per dare poi il via libera definitivo.
Reggio Emilia processo estradizione Saman Abbas Shabbar Abbas omicidio saman