REGGIO EMILIA – Alessandro Ovi, peculiare figura di tecnico e manager con un curriculum invidiabile, nativo di Carpineti, è stato ospite venerdì sera a Decoder. Ha parlato di Europa, Stati Uniti, Cina e dei progetti che ancora coltiva alla soglia degli 80 anni.
A 79 anni, Ovi continua a guardare alla politica estera, all’economia, alle innovazioni tecnologiche con la passione di un ragazzo. Nella sua analisi gli Stati Uniti, a cui è molto legato, sono penalizzati da troppi interventi militari sbagliati e dalle enormi disuguaglianze sociali. Ma il sogno americano non è finito: “Il fatto di essere una grande potenza non deriva dalle bombe atomiche, ma dal fatto che c’è una libertà d’impresa e di pensiero superiori al resto del mondo”, ha detto.
A Oriente, dice il manager originario di Carpineti, la Cina ha vinto la sua sfida e presto sarà prima anche per innovazione e tecnologia. In mezzo tra Stati Uniti e Cina, però, c’è l’Europa che secondo Ovi è sulla strada giusta, soprattutto ora che ha superato il principio paralizzante dell’unanimità. “Il tutti insieme o niente ci ha impedito di essere forti. Adesso, politicamente siamo diventati forti”.
Ingegnere nucleare, già direttore delle attività internazionali dell’Iri, Ovi tra il ’99 e il 2004 è stato consigliere speciale del presidente della Commissione europea, Romano Prodi. Oggi si divide tra Reggio Emilia e la Toscana, dove 15 anni fa ha acquistato un casale e un appezzamento di terreno. “Voglio chiudere il mio curriculum da coltivatore diretto. Ho piantato 180 ulivi, voglio finire coltivando ulivi e barbabietole. Sto imparando un mestiere nuovo”.
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