REGGIO EMILIA – Otto milioni circa, in cinque anni, di cui oltre 2,8 milioni di euro solo nel comune capoluogo. Sono i tagli previsti per i comuni della provincia di Reggio Emilia. Un milione e 600 mila euro in meno all’anno in media dunque complessivamente.
Questo significa che se le misure previste nella bozza di decreto attuativo preparato dal ministero dell’Economia saranno confermate il Comune di Reggio subirà un taglio annuo di 547.578 euro. La scure si abbatterrà sul Comune di Correggio annualmente per 88mila euro, su quello di Quattro Castella per 70.946 euro, su quello di Scandiano per 68 mila e su quello di Castellarano per 55.162 euro per citare i tagli maggiori. Colpisce poi, confrontando i dati nella tabella stilata dal Mef, il taglio al piccolo comune di Toano, che ha poco più di 4 mila abitanti: 29.256 euro.
Le mancate risorse agli enti locali, previste nella revisione della spesa pubblica (la cosiddetta spending review) non verranno infatti calcolate in base al numero di abitanti dei singoli Comuni ma saranno misurate in proporzione alle risorse del Pnrr assegnate a ogni amministrazione alla fine del 2023, per cui chi ha più progetti finanziati dal Piano subisce tagli maggiori. A diffondere i dati è la parlamentare reggiana Ilenia Malavasi, che da ex sindaco di Correggio conosce bene la realtà degli enti locali.
“La premier spieghi questi tagli vergognosi – commenta Malavasi – dopo 18 mesi, il Governo pensa di rimpinguare le casse dello Stato sottraendo risorse ai Comuni, l’ente più vicino ai cittadini. Questo significa meno servizi, a partire da quelli socioassistenziali, meno sussidi per le famiglie, meno aiuti per il caro vita, meno risorse per trasporti, meno per manutenzioni, immobili, asili nido e rigenerazione urbana. Continuiamo a rilanciare l’appello di Anci e Upi – prosegue la parlamentare reggiana – che chiedono ai Deputati di fermare questa scelta scellerata e paradossale: invece di incoraggiare i Comuni che hanno speso meglio le risorse per riqualificare i territori li si costringe a interrompere tanti progetti che stanno portando avanti. E che ora richiedono maggiori fondi per la gestione. Faremo sentire la nostra voce in parlamento, nei territori, nei consigli comunali, per difendere i nostri amministratori che ogni giorno garantiscono servizi eccellenti alle nostre comunità, pur abbandonati dal Governo. Una scelta sconcertante”.
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