REGGIO EMILIA – Se 100 fosse il rapporto di perfetta parità tra uomini e donne, dall’analisi dei dati emerge che l’indicatore complessivo nella nostra provincia è pari a 81,5. In sostanza un rapporto non ottimale ma comunque positivo. Andando più in profondità, questo rapporto vede il sorpasso delle donne sugli uomini nel settore della salute, con l’indicatore che supera quota 100 arrivando a 111,4, ma poi lo stesso rapporto scende al 65,9 nel settore del lavoro, dove le discriminazioni di genere sono più profonde.
“A Reggio emerge una situazione di disparità di genere ancora esistente ma in un contesto adeguato con tutte le basi opportune per avviare progetti di adeguamento in tutti i settori di analisi”, spiega Giovanna Galli dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Dall’Osservatorio emerge anche, in ambito giovanile, un ingresso al lavoro più veloce per gli uomini, specie con basso tasso di scolarizzazione, anche perché le donne studiano e si laureano di più. La fascia più critica per le lavoratrici resta quella dai 55 ai 60 anni. “Nella fascia o-6 a Reggio Emilia le donne lavoratrici godono di servizi di primordine – dice Claudia Martinelli, consigliera provinciale delegata alle Pari Opportunità – La fascia critica riguarda invece le lavoratrici dai 55/60 anni dove spesso le donne si prendono carico delle problematiche di assistenza familiare”.
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