NOVELLARA (Reggio Emilia) – Il dna di Saman Abbas era stato ricavato dalla spazzola per capelli della 18enne della quale non si hanno notizie da poco meno di un anno. Con quel profilo verrà comparato il dna che verrà ricavato dai resti ossei trovati sabato pomeriggio da un passante che cercava asparagi selvatici sull’argine del Tiepido a Torre Maina di Maranello e che si è imbattuto in un sacchetto di cellophane con all’interno un teschio e altre ossa umane che si ritengono femminili. Da quanto trapela, serviranno come minimo due settimane per avere le prime risposte medico-legali sul rinvenimento, ma per il medico legale dell’Ausl di Reggio Erjon Radheshi, che ha alle spalle una lunga esperienza di casi di cronaca nera, una cosa è piuttosto chiara: “Da quello che si evince, si è trattato di omicidio. Le modalità e il luogo di rinvenimento difficilmente si spiega con altre diagnosi, come la morte naturale o il suicidio. Bisogna capire se ci sono lesioni traumatiche e se hanno interessato l’osso”.
E infatti la procura di Modena ha aperto un fascicolo proprio per omicidio volontario. Nel modenese i casi di donne scomparse non mancano: da Silvana Covili, la 79enne di Pavullo di cui non si hanno notizie dallo scorso novembre, a Nicoleta Vasilica, uccisa ad agosto 2018, il cui cadavere era stato ritrovato ma privo di cranio. “Bisogna vedere se ci sono ancora tessuti molli vicino alle ossa, se ci sono fenomeni di saponificazione o di alterazione del tessuto osseo più tipiche di alcuni ambienti ventilati o acquosi”.
Intanto dalla Camera è arrivato il primo sì alla cosiddetta “legge Saman”, che include il matrimonio forzato nell’elenco dei reati che prevedono il rilascio del permesso di soggiorno alle vittime di violenza domestica.
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