CAVRIAGO (Reggio Emilia) – “La mia infanzia è stata così, in una Cavriago rossa come il fuoco, la mia mamma era impiegata alla pesa pubblica ed era una attivista del Pci, invece con papà andavo a messa alla domenica”.
E’ nella Cavriago impegnata nella ricostruzione del dopo guerra che comincia la storia di Orietta Berti, tra i libri della biblioteca tradotti in russo e i film al cinema con la nonna Roce, dove l’ideologia si accompagnava alla solidarietà: “Quando si doveva mettere a posto il sagrato della chiesa, venivamo tutti: bianchi, rossi e neri”.
Il libro autobiografico “Tra bandiere rosse e acquasantiere” parte dai ricordi di infanzia per raccontare poi i 55 anni di carriera dell’artista che ha venduto più di 16 milioni di dischi, partecipato a tour in tutto il mondo, cantato canzoni che sono state tradotte in 44 paesi. E poi 13 festival di Sanremo (11 come concorrente e due come presentatrice) e le trasmissioni come Quelli che il calcio e Buona Domenica. Ma il legame con Cavriago e Montecchio, il paese in cui vive non si è mai spezzato: “Ho anche rinunciato a delle trasmissioni, a Roma e a Milano, perché non mi davano la possibilità di tornare a casa. Sono contenta di averlo fatto per stare vicina ai miei bambini”.
Il volume, curato da Luciano Manzotti e Francesca Parravicini, è stato scritto durante il lockdown, tra i progetti per il futuro come la pubblicazione di un nuovo album cofanetto all’inizio del nuovo anno e la collaborazione con altri autori. La presentazione di sabato, 21 novembre alle 17, sulla pagina Facebook del Multiplo e sulla web tv Cavriago On Air sarà l’occasione per ricordare i successi che hanno scritto la storia della musica italiana: “La prima è stata ‘Tu sei quello’, poi ci sono quelle ironiche, sono canzoni che hanno una storia, mi mettono allegria e anche a chi la ascolta”.
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