REGGIO EMILIA – L’amministratore delegato della Pallacanestro Reggiana, Alessandro Dalla Salda, è stato chiaro nel commentare l’ennesima debacle dei biancorossi: “Si può perdere, ma non così”.
Le ore di Antimo Martino da capo allenatore della Unahotels sono contate. Del resto, dopo aver rifatto la squadra tre volte e aver perso dieci delle ultime undici partite, alla società biancorossa per tentare di dare una scossa a una squadra in caduta libera non resta che cambiare allenatore. Per salvarsi non si può sperare soltanto nelle traversie altrui. Un paio di partite da qui alla fine della stagione sono da vincere per non cadere in un abisso, quella della serie A2, che è addirittura più profondo della serie C del calcio.
La Reggiana del pallone, invece, nel valutare il 3-0 di Cremona seguente allo 0-4 casalingo col Lecce e il conseguente quint’ultimo posto in classifica, deve ricordare di essere una neopromossa e di essere arrivata in B proprio grazie a quell’allenatore che oggi è in difficoltà. Anche in questo caso la società ha fatto il possibile: gli innesti invernali, quando hanno potuto giocare tutti insieme, hanno dato alla squadra un altro passo fino al capolavoro di Cittadella. Ora, Ardemagni e Yao sono out, Del Pinto e Laribi un po’ sulle gambe e la Reggiana è tornata quella brutta del periodo natalizio.
Mancano solamente dieci partite e due di queste, col Cosenza e col Pescara, sono come spareggi. Alvini ieri ha cercato ancora di nascondere la realtà parlando di Reggiana messa in ginocchio dall’espulsione dopo pochi minuti. E’ questo che preoccupa maggiormente: non è il caso, dopo un 3-0 contro una diretta antagonista, di nascondersi dietro a un dito. Meglio guardare in faccia la realtà: è l’unico modo, oltre a quello di recuperare gli infortunati, per continuare la corsa verso la salvezza.