REGGIO EMILIA – Nel 2024 in provincia di Reggio Emilia si è registrato un aumento, rispetto all’anno precedente, delle segnalazioni sospette che ha sfiorato il 50%. Un dato, in controtendenza rispetto a quelli regionale e nazionale, che colloca il nostro territorio ai primi posti per numero di segnalazioni in rapporto alla popolazione, insieme a Milano, Napoli, Prato e Trieste. A dirlo è la semestrale rilevazione della UIF, l’unità di informazione finaziaria della Banca d’Italia.
In termini assoluti, le operazioni finanziarie sotto osservazione per il rischio di riciclaggio o di finanziamento del terrorisimo sono state 1.829 e seguono un trend in crescita: nel 2022 erano state 1.051. In Regione, oltre a Reggio solo Piacenza ha registrato una crescita, ma molto più contenuta.
In media in Emilia Romagna c’è stato un calo dello 0,54%. In Italia le operazioni sospette nel corso del 2024 sono state 145 mila, in calo del 3,3%. Il controvalore, relativamente al secondo semestre, è stato di 48 miliardi di euro.
Quasi sempre, la segnalazione è stata trasmessa agli organi inquirenti. 83 i procedimenti amministrativi avviati che soltanto in 11 casi hanno portato alla sospensione dell’operazione.
Il maggior numero delle segnalazioni continua ad arrivare dal comparto bancario, ma si è registrato un significativo aumento dei flussi provenienti dagli istituti di pagamento e dagli istituti di moneta elettronica, a testimonianza di come le tecniche di riciclaggio stiano diventando più sosfisticate.
Le segnalazioni provenienti dai professionisti sono aumentate e sono state più di 10 mila, arrivate praticamente tutte dai notai. Dai commercialisti sono arrivate meno di due segnalazioni su mille.
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