REGGIO EMILIA – Il Tribunale di Reggio ha condannato a 4 mesi di reclusione, con pena sospesa, per tentata violenza privata il cittadino albanese Indrit Zeqiri (27 anni), che con una serie di email minacciò la redazione di Reggionline chiedendo la cancellazione della notizia del suo arresto nell’ambito dell’operazione Ndragames. Zeqiri, ora a processo a Potenza per quei fatti insieme ad altri coimputati, fu arrestato nel marzo del 2017. I carabinieri fecero luce sui rapporti tra la cosca Grande Aracri di Cutro e il clan Martorano di Potenza e, in particolare, sul business del gioco d’azzardo con circa tremila slot machine piazzate nei bar di tutto il Paese, per un giro d’affari annuo di quasi 600 milioni di euro.
“Non entrare in un gioco difficile perché non hai idea con chi hai a che fare. Vada pure dalle forze dell’ordine e da chiunque vuole ma se ne pentirà se non procede come ho chiesto in modo umano e civile…”. Parole – scritte nel dicembre del 2017 – che prima per il sostituto procuratore Maria Rita Pantani e poi, al termine del dibattimento, per il giudice Chiara Alberti davvero nulla avevano di “umano e civile”. L’articolo non fu cancellato e Reggionline presentò subito denuncia ai carabinieri, da qui la contestazione del reato di tentata violenza privata.
In aula il pm d’udienza Laura Piemonti ha chiesto la condanna di Ziqiri a 3 mesi di reclusione. Il giudice ha inasprito la pena, con la condanna a 4 mesi. La difesa (titolare l’avvocato Tommaso Scanio del foto di Termini Imerese, sostituito in sede di discussione dalla collega reggiana Gisella Mesoraca) aveva chiesto l’assoluzione ritenendo non provato il fatto che fosse stato proprio Ziqiri a scrivere quelle email. Reggionline si è costituito parte civile con l’avvocato Tommaso Lombardini, ottenendo anche la condanna al pagamento delle spese legali e rimettendo il giudizio davanti ad un giudice civile per la corretta quantificazione del danno subito dalla testata.
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