REGGIO EMILIA – Torniamo a parlare dell’operazione Minefield, che ha sgominato un’organizzazione criminale dedita a reati tributari. Per conseguire i loro profitti i capi e gli organizzatori si avvalevano di società cartiere, diverse delle quali con sede all’estero. Vediamo quali sono in questo servizio.
***
Oltre alla società Passione Motori s.r.l., in via Martiri di Cervarolo, che era l’ufficio operativo, il sodalizio scoperto da Guardia di Finanza e Carabinieri reggiani, si avvaleva di altri ‘strumenti’ per i profitti illeciti. In primis le società cartiere, esistenti solo sulla carta, che emettevano fatture per operazioni inesistenti. Tra le 533 pagine dell’ordinanza ne vengono citate dieci italiane e sei estere, con sede in Bulgaria e in Grecia. Sono quelle riconducibili a quelli che gli inquirenti indicano come i capi del sodalizio e ad alcuni associati, anche se amministrate fittiziamente da prestanome o teste di legno. Sette società hanno o avevano sede nella provincia di Reggio, tre in quella di Modena. A Reggio città si trova la ‘Cavalli & C’, in via Chiloni 29, formalmente specializzata in lavori edili, di fatto amministrata dai vertici del sodalizio: i fratelli Gionata e Samuel Lequoque e Leonardo Ranati, ora in carcere. Stessa cosa per ‘Vs Group’, con sede sempre in città, in via Sante Vincenzi, la cui attività doveva essere quella di ‘installazione di impianti elettrici’. Quattro società risultate ‘scatole vuote” avevano sede a Scandiano: la ‘General Trade’, in via Brolo Sotto, con svariate attività – dal noleggio di auto al commercio all’ingrosso di abbigliamento. Altre tre invece – la ‘Zalo’, la ‘Alexandria’ e la ‘Euro Impresa’ risultavano avere sede nello studio del commercialista Carmine Casella, in Corso Vallisneri, anch’egli indagato. La Euro impresa aveva anche una sede a Casalgrande, in via Statale.
Infine nella nostra provincia c’era la ‘Evolution Dreams’ con sede a Cadelbosco Sopra, riconducibile a Francesco Emilio Anastasio, ora ai domiciliari. Altro strumento operativo del gruppo erano le sei società estere, cinque con sede in Bulgaria e una in Grecia. Il referente era Lempesis Spyridon, finito in carcere insieme agli altri tre capi del sodalizio e in seconda battuta Guido Cigni, ai domiciliari. In quelle ‘cartiere’ venivano girati i capitali illeciti per mettere in atto le cosiddette frodi carosello, che consentivano di occultare e reinvestire i profitti evadendo il fisco.
Il giro d’affari stimato era di oltre 30 milioni di euro. Alcune società cartiere avevano ottenuto indebitamente anche contributi pubblici durante il periodo Covid per 72mila euro e indennità di disoccupazione per 60mila euro.
Il giudice inoltre ha disposto il sequestro preventivo delle quote sociali della ‘Passione Motori’ e di altre due società riconducibili direttamente ai fratelli Lequoque, la ‘Fimec srl‘ con sede in via Guadiana a Reggio e la ‘Duegi srl’ con sede a Modena. Sequestrate anche le quote sociali di tutte e sei le cartiere estere.
Reggio Emilia Scandiano fatture false operazione minefield Carmine Casella