REGGIO EMILIA – E’ Giambattista Di Tinco l’imprenditore reggiano arrestato nelle ultime ore dalla Guardia di Finanza. L’amministratore unico della DG Service, azienda specializzata nel noleggio di furgoni e veicoli speciali di Calerno di Sant’Ilario, è accusato di usura ed estorsione aggravata nei confronti di un imprenditore in difficoltà economica. Le fiamme gialle lo hanno raggiunto a Taranto, dove si trovava per motivi di lavoro, e lo hanno trasferito nel locale carcere. L’attività, coordinata dalla Procura di Reggio diretta dal Procuratore Capo Calogero Paci, è il proseguimento di Minefield: l’inchiesta emersa nel febbraio scorso aveva smascherato un sodalizio criminale che, attraverso false fatturazioni e una rete di società cartiere, gestiva un giro d’affari stimato in 30 milioni di euro.
Anche Gionata e Samuel Lequoque, già in carcere perché ritenuti i vertici dell’organizzazione, hanno ricevuto la notifica di un altro arresto, sempre con le accuse di usura ed estorsione. E’ nel loro interesse, secondo la Procura, che agivano i tre uomini fermati dalla squadra mobile la scorsa settimana, uno dei quali figlio di un condannato nel processo Aemilia: secondo gli inquirenti, taglieggiavano un imprenditore in difficoltà.
Di Tinco aveva già avuto guai in passato: quattro anni fa gli erano stati sequestrati 100 mila euro, nell’ambito di Billions, operazione che aveva portato alla luce un gigantesco giro di fatture false. Con Minefield era finito agli arresti domiciliari: secondo la Procura, come amministratore unico di alcune società cartiere avrebbe procurato clienti per le fatture false dell’organizzazione. Dai domiciliari era passato all’obbligo di firma con il permesso di effettuare trasferte di lavoro. Con il proseguimento delle indagine, sarebbe emerso il suo ruolo nelle pesanti minacce al titolare di un’azienda in crisi, per riscuotere un credito. Fonti investigative parlano di una somma intorno ai 50 mila euro, a cui si devono aggiungere tassi di interesse usurari.
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