REGGIO EMILIA – Continuano a sfilare in aula, davanti al gip Luca Ramponi, gli indagati per i quali è stata disposta una misura cautelare nell’ambito dell’inchiesta Billions.
Le indagini della squadra mobile della polizia e della guardia di finanza, coordinate alla Procura, hanno fatto emergere un presunto sistema criminale specializzato nell’emissione di fatture false per operazioni inesistenti, per consentire ai beneficiari di truffare il fisco.
Le persone indagate sono 201 e in 22 sono in carcere o ai domiciliari. Per 51 è stata emessa una misura cautelare. Tra loro anche Alessandro Fontanesi: 46 anni, ex segretario dei Comunisti Italiani che deve rispondere del reato associativo. E’ considerato un collaboratore stabile di Michele Caccia, uno dei presunti capi del gruppo, titolare della Omc del quale Fontanesi è dipendente. Per lui è stato disposto l’obbligo di firma, il suo legale non lo ha contestato.
“Ha negato e respinto tutte le accuse che gli vengono mosse – ha detto l’avvocato Daniele Carra – ha risposto alle domande che il pubblico ministero ha posto. Credo che sia stato anche obiettivamente credibile nella versione che ha fornito dei fatti per come si sono verificati”.
Michele Caccia e Antonio Sestito, anche quest’ultimo considerato al vertice dell’associazione, sono già stati sentiti dal gip. Difesi sempre dall’avvocato Carra, hanno risposto alle domande “fornendo – dice il legale – indicazioni utili per chiarire la loro posizione”. Tra i presunti capi, si è avvalso della facoltà di non rispondere Pietro Arabìa, mentre per Salvatore Mendicino è stata accolta la richiesta di alleggerimento della misura cautelare, dal carcere ai domiciliari.
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