CADELBOSCO SOPRA (Reggio Emilia) – La Dante Gomme è stata riaperta. Il dissequestro è avvenuto il 17 novembre, a quasi un mese dal delitto di cui l’officina di Cadelbosco Sopra è stata teatro. Si è ricominciato a lavorare quindi, anche se il fondatore e titolare dell’attività, Dante Sestito, 70 anni, è in carcere dalla notte tra il 23 e il 24 ottobre, accusato di omicidio. Sembra che nell’officina non sia stato repertato nulla di fondamentale, rispetto alle indagini, nel corso dei diversi sopralluoghi eseguiti dai carabinieri coordinati dalla procura.
Nelle mani dei Ris di Parma quindi c’è, ad ora, solo la pistola, la 44 magnum utilizzata per sparare. Un colpo solo, fatale per il 29enne Salvatore Silipo. Per la difesa, un colpo partito per sbaglio: Sestito avrebbe voluto solo spaventare Silipo. Gli avvocati Luigi Colacino e Giuseppe Migale Ranieri non hanno fatto ricorso al Riesame. Dante Sestito per ora è sempre rimasto in silenzio davanti agli inquirenti. Per l’accusa, quel pomeriggio la discussione era nata tra Antonio, uno dei figli di Dante, e Salvatore, arrivato in via Verga assieme al fratello e a un cugino. C’era in programma un chiarimento. Secondo i Sestito, Silipo, che per anni aveva lavorato in officina, si era appropriato di qualcosa che non era suo. Al culmine della lite sarebbe intervenuto Dante impugnando l’arma. La famiglia di Silipo, la compagna e i due figli di piccoli, sta rientrando in questi giorni da Cutro dopo i funerali del parente. Il loro avvocato Mattia Fontanesi conferma che rimarranno ad abitare a Santa Vittoria di Gualtieri.
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