REGGIO EMILIA – Resta in silenzio Marco Eletti, il presunto omicida del padre Paolo, accusato anche del tentato omicidio della madre. I punti interrogativi sul sanguinoso episodio, avvenuto quasi due settimane fa a San Martino in Rio, sono stati al centro della trasmissione il Graffio, con ospite l’avvocato del 33enne Domenico Noris Bucchi.
“Più lo si guarda e più si colgono elementi, anche elementi che sono in contrapposizione con quelli dell’accusa. Succede in questo caso come in molti altri”, ha detto ieri sera il legale. La scena di un delitto può assumere i contorni di un’immagine caleidoscopica. Lo sa per esperienza l’avvocato di Eletti.
Il silenzio del suo assistito, attualmente in carcere a Modena, rientra in una strategia difensiva che punta alla massima cautela. “Non vuole dire che non ho nulla da dire – ha aggiunto Bucchi – vuole solo seguire un consiglio del difensore che dice: prima di aprire bocca, vogliamo capire quali sono gli elementi d’accusa”.
Tra gli elementi contro il presunto autore del delitto del padre e del tentato omicidio della madre, c’è la premeditazione. Lo stesso 33enne ha rivelato ai carabinieri di avere cercato su internet informazioni sulle modalità con cui si uccide una persona a martellate, ricerche però giustificate come inerenti alla stesura di un libro. Uno dei numerosi dettagli di una trama complessa. In questo momento non tutti i dettagli che sono noti alla procura lo sono anche alla difesa, che si trova dunque in una fase di attesa, durante la quale può elaborare la leva più potente con cui fare forza, quella del ragionevole dubbio.
“Se c’è un dubbio ragionevole, il giudice deve assolvere. Il peso specifico di tale dubbio può essere anche meno probabile della tesi d’accusa, ma se è una alternativa logica il giudice deve assolvere”, le sue parole.
In caso di processo, chiamata a esprimersi sarà anche una giuria popolare potenzialmente più soggetta all’influenza esercitata dai media: “Si deve capire quanto sia importante cercare di essere trasparenti – ha evidenziato Bucchi – è giusto che l’informazione lo faccia”.
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