REGGIO EMILIA – “I due fronti processuali non sono quelli di accusa e difesa, sono quelli di tre innocenti contro due colpevoli. Questo è il fronte che abbiamo davanti’. Lo zio di Saman, Danish Hasnain, nonché i cugini Nomanulaq Nomanulaq e Ikram Ijaz inquadrati come innocenti. Mentre la responsabilità dell’uccisione della ragazza che viveva a Novellara ricadrebbe tutta sul padre e la madre. La vede così Liborio Cataliotti, avvocato dello zio Danish Hasnain, colui che secondo l’accusa corrisponde all’esecutore materiale del delitto. Nell’udienza dedicata alle difese sono diversi gli elementi d’indagine criticati. Tra questi le traduzioni fatte dai periti sui messaggi che i componenti della famiglia Abbas si scambiarono a partire dal pomeriggio del 30 aprile 2021 quando nella notte la 18 enne fu strangolata. “I tre periti che si sono succeduti nel tentativo di dare un significato lessicale in lingua italiana alla messaggistica”.
Prendere singolarmente ogni prova, ma anche considerarle nel complesso, allo scopo di assegnare le responsabilità personali ad ogni parente di Saman. Questa la strategia delle difese dopo nove mesi di processo. Sotto attacco è finita di nuovo la versione dei fatti fornita dal fratello di Saman.
Per i genitori della vittima l’accusa ha chiesto l’ergastolo. Trent’anni invece la richiesta per i due cugini e lo zio. Pensa che, nei confronti di quest’ultimo sarebbe stata mal formulata, dice Cataliotti, poiché, codice penale alla mano, eccedente di quattro anni. “Sapete cosa sono quattro anni di reclusione? Quattro anni dietro a quattro pareti di circa tre metri per tre”.
Di estraneità ai fatti, dunque di assoluzione, ha parlato anche Luigi Scarcella, avvocato di Nomanulaq Nomanulaq, affermando l’inesistenza di prove che confermino la premeditazione e l’organizzazione del delitto da parte del suo assistito. Ma anche da parte dell’altro cugino Ikram Ijaz, i quali, ha precisato il difensore, sono estranei anche alla realizzazione della fossa utilizzata per nascondere il cadavere. E “traballante” sarebbe il movente riconducibile al forte desiderio di Saman di andarsene di casa. “Sono stati analizzate tutte le immagini della videosorveglianza e avete visto che non c’è nulla di nulla. Ogni volta che viene inquadrata Saman, pare sempre serena e tranquilla, anche quando interagisce coi suoi famigliari. Ogni volta che viene inquadrato Nomanulaq le condotte paiono essere tutte tremendamente normali”.
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